WildStar – la recensione

Ogni volta che si discute di MMO, si finisce inevitabilmente a parlare di World of Warcraft. E non potrebbe essere altrimenti, perché la maggior parte dei giochi di questa tipologia è derivativa della sua formula vincente. La differenza sta nel come tale formula viene adottata, nei piccoli dettagli, nelle sfumature. Quello che bisogna determinare in un MMO, ormai, è se copia spudoratamente la matrice di Blizzard o se, al contrario, la impiega come uno strumento basilare per dare vita a modalità di gameplay innovative.
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Il gioco inizia in piccolo, mettendovi di fronte ai problemi di un’area ristretta, ma andando avanti avrete a che fare con cimenti riguardanti la vostra intera fazione.

Fortunatamente, siamo felici di constatare che WildStar appartiene alla seconda categoria; la prima similitudine con il mondo costruito da Blizzard è nello stile artistico: coloratissimo e sopra le righe, WildStar riesce a creare personaggi e ambientazioni intrise di umorismo, che ricordano per certi versi Guardians of the Galaxy, di marveliana memoria. Non si ride spesso in un videogioco, ma WildStar sfida questa convenzione regalandovi dialoghi e siparietti che vi strapperanno più di un sorriso. Naturalmente, non manca un sano tocco di epicità, dal momento che sarete coinvolti fin dall’inizio in uno scontro inter-galattico tra due fazioni, Exile e Dominion; appena entrati nel gioco avrete a che fare con una narrazione ad ampio respiro, ma, una volta iniziato il vostro vagare, l’obiettivo si restringerà sul personaggio da voi creato, chiamato a risolvere una serie di problemi per conto della fazione di appartenenza.
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WildStar è strutturato in modo tale da rispondere a un tipico dilemma degli MMORPG: quanto sono importanti le vostre azioni nel grande schema delle cose? Perché uccidere dei cinghiali mi aiuterà nella conquista dell’universo? NCSoft risponde a questi interrogativi dividendo le missioni in diverse categorie, a seconda del loro impatto sull’arco narrativo globale. Di conseguenza, avrete missioni di tipo Region, Zone e World. Il gioco inizia in piccolo, mettendovi di fronte ai problemi di un’area ristretta, ma andando avanti avrete a che fare con cimenti riguardanti la vostra intera fazione.

Non si ride spesso in un videogioco, ma WildStar sfida questa convenzione regalandovi dialoghi e siparietti che vi strapperanno più di un sorriso.

Naturalmente, essendo questo un MMORPG di natura blizzardiana, troverete anche qui le quest in cui dovrete uccidere ripetutamente un certo tipo di nemici, anche se un twist renderà le cose più interessanti. Invece di essere incaricati di sconfiggerne un numero preciso, dovrete piuttosto riempire una barra, e quanto più grande e forte sarà la preda che abbatterete tanto più questa barra si caricherà. Un’interessante variazione sul tema, che vi consente di pianificare in minima parte le vostre battaglie, eliminando quella fastidiosa sensazione di cliccare a caso su delle bestie nemiche.
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Essendo questo un MMORPG di natura blizzardiana, troverete anche qui le quest in cui dovrete uccidere ripetutamente un certo tipo di nemici, anche se un twist renderà le cose più interessanti.

Oltre alle semplici quest, troverete anche tutta una serie di attività collaterali da svolgere all’interno di ciascuna area: ogni giocatore sceglie infatti una Path, che si traduce all’atto pratico in una serie di obiettivi secondari collegati alla natura del vostro personaggio: l’Explorer sarà quindi chiamato a fare ricognizione del territorio, mentre il Settler dovrà costruire delle basi, e così via. Bisogna dire che anche il sistema di combattimento aiuta ad aumentare la varietà. Tutto si riduce anche in questo caso alla classica impostazione con le shortcut da tastiera (anche qui, vista in World of Warcraft), ma ci sono degli elementi di rottura, come il fatto che potrete schivare gli attacchi dei nemici ed effettuare delle acrobazie, e naturalmente, anche loro potranno fare lo stesso. Per quanto riguarda le abilità, non basterà cliccare sugli avversari per sparare il vostro attacco, ma piuttosto ognuno di essi provoca un danno ad area, le cui dimensioni e forma variano a seconda dei casi. La necessità di posizionare correttamente voi stessi e i vostri attacchi rende interessanti e vari anche gli scontri più banali.
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Figuratevi quindi quello che può accadere durante uno scontro con uno dei boss, dove sarete chiamati a controllare costantemente il territorio onde evitare i suoi attacchi. Ogni singolo colpo conta e, anche se chiaramente il livello e l’equipaggiamento hanno la loro grande importanza, la differenza tra un giocatore attento e chi invece si limita a ripetere meccanicamente la stessa azione si vede, anche perché, oltre che attento, nei dungeon il giocatore deve essere consapevole del suo ruolo e lavorare in sinergia con i suoi alleati.

La necessità di posizionare correttamente voi stessi e i vostri attacchi rende interessanti e vari anche gli scontri più banali.

Il combat system di WildStar ben si presta anche alle dinamiche del PvP, disponibile sia in modalità istanziata, con dei Battleground da 10 giocatori, che in modalità open world. A questo riguardo ci teniamo a citare l’introduzione della lista dei Rivali, che vi permetterà di tracciare gli spostamenti di un giocatore che proprio non potete sopportare (magari per vendicarvi di essere stati a vostra volta uccisi).
WildStar non è rivoluzionario, ma è eseguito con grande cura e attenzione nei dettagli. È conservativo dove conviene esserlo (reinventare la ruota, ne siamo certi, sarebbe assurdo) e osa dove è opportuno farlo. Non siamo sicuri che WildStar abbia le carte in regola per resistere all’oblio a cui sembrano essere destinati la maggior parte degli MMORPG ma, senza dubbio, è perfettamente equipaggiato per combattere fino alla fine per un posto al sole.

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