Xenoblade Chronicles X – la recensione

Xenoblade Chronicles X è un gioco impressionante, non fosse altro per la sua semplice grandezza. Pur essendo su una console all’atto pratico old-gen, Xenoblade Chronicles X spinge al massimo le potenzialità di Wii U, creando un open world vero, ricco e pulsante di vita. Dimenticate tutto quello che era successo in Xenoblade Chronicles: il vostro pianeta natale è stato spazzato via da due razze aliene e l’umanità non ha potuto fare altro che scappare a bordo di gigantesche astronavi, tra cui la Balena Bianca del primo episodio. Non vi riportiamo la storia per semplice dovere di cronaca, ma perché apre a una profondità tematica davvero notevole, intavolando un discorso sulla sopravvivenza, sulla solitudine e sulla natura dell’essere umano, ricollegandosi nello spirito agli interrogativi aperti dal primo Xenogears, di cui Xenoblade Chronicles X può rappresentare in effetti il mirabile compimento della visione originale. C’è molta densità narrativa, anche se la natura open world ha per forza di cose diluito la storia, che tuttavia permane, pronta per essere assaporata da parte di quei giocatori che interrogheranno anche il più insignificante degli NPC per ottenere il quadro completo. La storia ricopre un ruolo fondamentale, soprattutto a partire dalla quinta missione principale, ma si nasconde più tra le pieghe del gioco invece di esservi presentata tramite appariscenti cutscene. La città di NeoLosAngeles, da cui hanno inizio le vicende, si rivelerà nella fattispecie un luogo ricchissimo di opportunità narrative, che dovrete girare da cima a fondo se non vorrete perdervi nulla. Il cast forse è l’elemento più debole dell’intero pacchetto, a causa di una stereotipizzazione anime troppo marcata (e lo stesso protagonista è più un guscio vuoto in cui identificarvi che altro).

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Dopo la presentazione, l’avventura si apre con il vostro risveglio, a seguito del quale sarete affidati a un’unità di esplorazione chiamata BLADE e chiamati a scegliere la vostra classe: curatori, esploratori, piloti, etc. (potrete cambiarla comunque in ogni momento durante la vostra avventura). Bisogna specificare che Xenoblade Chronicles ci mette un po’ prima di ingranare, forse per acclimatare i giocatori che si affacciano per la prima volta alla serie. Diciamo che per la prima ventina di ore vi ritroverete a fare delle quest tutto sommato dimenticabili e le missioni legate alla storia principale scarseggeranno. Purtroppo la grandezza del mondo si paga in termini di contenuti filler e vi troverete del resto ad affrontare molte “fetch quest” dal design tutt’altro che gradevole, almeno per quanto riguarda le prime ore in questione. Difficile mandare giù una scelta del genere in un 2015 dove è uscito un titolo come The Witcher 3: Wild Hunt, che nonostante la natura open world pone la stessa cura certosina nella cura di ogni sua singola missione.

La prima ventina di ore di gioco vi ritroverete a fare delle quest tutto sommato dimenticabili.

Dove il gioco non smette mai di stupire è nel senso delle proporzioni: vi muoverete attraverso 5 macroaree e ognuna vi darà l’idea di essere un ecosistema a sé stante con le sue regole e i suoi ritmi biologici, e naturalmente le sue creature autoctone, davvero curate nel più minimo dettaglio (soprattutto per quanto riguarda le loro animazioni peculiari). Monolith è riuscita a creare non soltanto un’ambientazione, ma un vero e proprio pianeta, con una complessità naturalistica che è veramente insolita per un JRPG. E il bello è che tutto gira con grandissima semplicità, mantenendo sempre fissi i 30 FPS e sfoggiando una soddisfacente risoluzione a 720p.

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A livello di combat system a piedi (poi vedremo quello a bordo dei mech), Xenoblade Chronicles X riprende il collaudato approccio del predecessore, a sua volta erede di titoli come Final Fantasy XII. Potrete quindi muovervi liberamente sul campo di battaglia, aspettando i tempi di caricamento delle singole tecniche. Il livello di complessità strategica è notevole, dal momento che dovrete decidere se scegliere tecniche potenti, ma onerose dal punto di vista dei caricamenti, oppure prediligere una tattica basata su colpi deboli ma veloci. Naturalmente è presente anche un sistema di progressione, che vi permetterà di potenziare le tecniche e di ridurre i tempi di caricamento. Tra le meccaniche del combat system troviamo anche i Punti Tensione, che grazie alla pressione del tasto B permetteranno l’esecuzione di devastanti combo, nonché l’attivazione del Turbo. È molto importante ripartire le giuste competenze tra i membri della vostra squadra, in quanto i nemici più ostici (a partire dal livello 30 in poi) richiederanno una strategia ben precisa per essere sconfitti e dovrete avere quindi a disposizione un party che copra bene tutti i possibili punti di debolezza, grazie all’opportuno mix di classi e abilità.

Xenoblade Chronicles X non smette mai di stupire per il suo senso delle proporzioni.

Xenoblade Chronicles X si muove agilmente tra elementi fortemente conservatori e altri invece di rottura, come l’introduzione dei cosiddetti Skell, ossia i robot a bordo dei quali potrete muovervi per il mondo di gioco, rivelando quindi una verticalità che si configura come una delle intuizioni più azzeccate dei designer. Pilotare uno Skell significa anche essere attaccati da alcuni nemici piuttosto che altri, donando una certa varietà ai comportamenti delle specie. E, soprattutto, vuol dire customizzazione. Tanta customizzazione. Il gioco cambia totalmente quando salirete a bordo di questi mech (e, per inciso, lo migliora di molto), che potrete personalizzare in ogni aspetto, tanto a livello funzionale che cosmetico. Gli Skell sono infatti disponibili in 7 configurazioni, ognuna con i suoi attributi e le sue abilità; ciascuna di queste unità può inoltre essere equipaggiata con 8 diversi tipi di armi.

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Parlavamo di proporzioni, dapprima, e gli Skell giocano proprio su quest’aspetto, permettendovi di accedere a epiche battaglie con nemici dalla statura impressionante. Ed è proprio qui che si riscontra la grande ambizione del disegno di Monolith, che è riuscita tra le altre cose a introdurre un vero e proprio mech game dentro un JRPG, alterando radicalmente il passo del gioco. Gli Skell sono il coronamento di un sogno se siete cresciuti a pane e Gundam, grazie a una realizzazione curata al minimo dettaglio, con animazioni che non sfigurerebbero di fronte a una produzione anime mech moderna. Inoltre, equipaggiando determinate armi il vostro mech raggiungerà dimensioni abnormi: volete mettere la soddisfazione?

Gli Skell sono il coronamento di un sogno se siete cresciuti a pane e Gundam.

L’immensità di Xenoblade Chronicles X è sbalorditiva e possiamo tranquillamente catalogarlo come uno dei titoli migliori di quest’anno videoludico. Un vero e proprio sogno a occhi aperti per gli amanti degli anime, per i fan dei JRPG, e ancor più per chi si aspettava di vedere un’evoluzione di questo genere, rimasto colpevolmente troppo stagnante. Xenoblade Chronicles rappresenta il pinnacolo del gioco di ruolo alla giapponese che non ha paura di guardare ad altri colossi del gaming occidentale come Grand Theft Auto. Il risultato è un mondo meraviglioso in cui è dolcissimo naufragare e che non vi dimenticherete per molto, molto tempo.

 

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