Abusi online: Zoe Quinn e diverse associazioni ne parlano a una conferenza

Il mese scorso la National Task Force to End Sexual and Domestic Violence (organizzazione nazionale americana che ha lo scopo di mettere fine alle violenze sessuali e domestiche) ha tenuto una conferenza dedicata al cyberstalking e alle minacce online. L’evento è stato organizzato in collaborazione con l’organizzazione Congressional Victim’s Rights Caucus e con Katherine Marlea Clark, membro della Camera dei Rappresentati dello stato del Massachussetts.

Anche Zoe Quinn, popolare in Rete proprio per il suo grande impegno nella guerra alle minacce online, era presente. La giovane (come vi abbiamo già raccontato in passato) è stata vittima di esperienze molto negative e negli ultimi anni ha pubblicato alcuni videogiochi molto particolari, creati anche con lo scopo di sensibilizzare e di rendere sempre più evidente un problema decisamente importante.

Zoe ha parlato non solo della sua storia ma anche di ciò che rappresenta: un problema molto diffuso e difficile da affrontare. Nel suo caso, forse anche grazie alla sua determinazione, le dimensioni della minaccia sono diventate davvero spropositate, tanto che è anche stato dato un nome al gruppo di persone che l’hanno presa di mira: GamerGate. Il caso è decisamente inquietante e durante il briefing sono state messe in evidenza realtà ancora troppo poco considerate, perché in qualche modo “protette” dall’intoccabilità della Rete da parte delle leggi e delle forze dell’ordine (che spesso sottovalutano in modo incredibile il problema).

Online-harassment1Nel caso di Zoe tutto è partito da un ex ragazzo, che ha deciso di rovinare la vita della giovane. Quinn ha parlato di “crowdsurced mob”, cioè di un vero assalto organizzato in Rete… parole inquietanti, ma fondate. Zoe ha raccontato di come la sua casella e-mail sia passata dall’essere normale all’essere inondata di messaggi di insulti e minacce, anche molto pesanti, corredate con indirizzo di casa e dati personali della ragazza in modo da farle capire di essere seriamente in pericolo. Con il tempo le minacce si sono estese anche alla sua famiglia e al suo nuovo ragazzo, assumendo dimensioni sempre più inquietanti.

Anche Michelle Garcia, direttrice del centro Stalking Resource Center, ha preso parte alla conferenza esponendo dati interessanti: il 73% degli americani adulti che utilizzano internet hanno assistito a episodi di molestie online, il 40% ha avuto un’esperienza diretta. Il 26% delle giovani donne è stata vittima di stalking online e il 25% di molestie sessuali. L’esempio di Zoe e questi dati hanno fatto da base per presentare un problema decisamente importante: moltissime ragazze e donne si trovano costrette a fuggire dalla Rete, dove non possono più essere libere di agire, e questo porta a importanti conseguenze sulla vita privata e lavorativa. Al giorno d’oggi sono moltissime le professioni che richiedono una presenza online e quando una donna viene minacciata è facile che si trovi a doversi in qualche modo “sottomettere” alle minacce, cercando semplicemente di nascondersi perché sembra essere l’unico modo per tutelarsi. Questo avviene anche a causa di una grandissima carenza di regolamentazioni che consentano di agire contro il fenomeno, e il danno in questo caso diventa davvero importante non solo dal punto di vista psicologico, ma anche pratico ed economico.

Quinn ha raccontato di come il fenomeno abbia conseguenze non solo sulle persone che lo sperimentano in prima persona, ma anche su chi lo vede dall’esterno. Ad esempio sono numerose le ragazze che le scrivono per dire: “Vorrei entrare nel mondo dei videogiochi ma ho visto quello che ti è successo, ti auguro il meglio ma io non posso rischiare”. Il fatto che tante ragazze abbiano anche solo paura di provarci perché terrorizzate da ciò che potrebbe succedere è inquietante, e rende ancora più l’idea delle dimensioni del fenomeno, che ha tutta l’aria di essere un’epidemia letale e silenziosa.
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John Wilkinson, consulente legale per AEquitas: The Prosecutors’ Resource on Violence Against Women, ha sottolineato l’importanza di prendere provvedimenti. Una delle prime cose da fare sarebbe quella di applicare le leggi per lo stalking e le molestie anche alle minacce online: “Le persone che passano così tanto tempo ed energie per entrare nella vita di qualcuno sono decisamente pericolose, e dobbiamo preoccuparci della sicurezza delle vittime come prima cosa, assicurarci che siano al sicuro”.

Questa conferenza porta alla luce un problema gravissimo e importante che va necessariamente affrontato. Tutti possono essere vittime di situazioni simili a quelle descritte, e tutti dovrebbero non solo essere sensibilizzati ma anche protetti, così come coloro che sono artefici di atti di molestie e minacce dovrebbero essere perseguiti – indipendentemente dal fatto che una minaccia avvenga tramite la Rete e non di persona. Agire per interrompere questo inquietante meccanismo è importante, ma sicuramente la strada da fare è ancora tanta.

Zoe Quinn conclude dicendo: “Quando hai una folla di migliaia di persone che guarda ogni aspetto della tua vita, cercando costantemente di rovinartela, sei sicuramente caduto in una falla del sistema. I video con i gattini non sono l’unica cosa che diventa virale, la stessa cosa succede anche per gli abusi“.

Fonte: polygon

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