Nell’ondata di videogiochi che non vedremo mai c’è inserire anche un annuncio un po’ diverso: questo gioco BioWare lo avevamo ma sta per sparire. E forse è anche peggio.
Stiamo ancora cercando collettivamente di processare quello che è successo dentro Xbox con i videogiochi che sono stati cancellati e il team di sviluppo di The Initiative che ha chiuso i battenti, oltre ad altri developer in altri studi che devono ora trovare un altro lavoro.
E in questo momento arriva anche un’altra notizia, una notizia che forse ci sorprende un po’ di meno ma che di certo non è meno problematica. Da una parte forse c’è da tirare un sospiro di sollievo, ma è chiaro che se i giochi chiudono vuol dire che qualcosa non funziona o non ha funzionato, e questo non è mai un bene. E per BioWare è la sconfitta definitiva.
BioWare getta definitivamente la spugna: il gioco chiude
BioWare è di certo un team di sviluppo che tutti conoscono per il modo in cui è riuscito a costruire un titolo che per tantissimo tempo nessuno è riuscito a incasellare correttamente: Mass Effect. Per riuscire a vedere che si trattava di un GDR c’è voluto parecchio, ma alla fine lo abbiamo collettivamente apprezzato proprio per quello che è: un racconto nello spazio e non un semplice sparatutto fantascientifico.

Nel tempo, BioWare ha però avuto anche i suoi momenti di crisi. Uno degli ultimi è quello con Dragon Age: The Veilguard, un gioco che è stato talmente tanto rimaneggiato per cercare di fare contente le alte sfere che alla fine ha perso purtroppo quella che poteva essere la sua anima.
Un altro esempio di quello che è potuto andare storto è quello che è successo con Anthem. Il titolo multiplayer fantascientifico con tanto potenziale sviluppato da BioWare è risultato da subito un problema per il team di sviluppo.
Un problema che neanche con quello strano modo con cui all’interno del team si lavora ogni tanto è stato risolto. E arriva ora la notizia che i server di Anthem chiuderanno dopo 6 anni, il 12 gennaio 2026.
Per quanto qualcuno possa dire che il gioco era morto da tempo e che quindi era ora di chiudere i server, c’è da ricordare che non si tratta di un titolo free-to-play. Ciò significa che i giocatori, per pochi che possano essere, hanno acquistato un gioco e che adesso questo gioco gli viene tolto.
L’ennesima dimostrazione che forse qualcosa deve cambiare, ma non soltanto nel modo in cui i videogiochi vengono sviluppati, ma anche nel modo in cui i publisher vedono i videogiochi e nel modo in cui i publisher vedono il rapporto che i giocatori hanno con i videogiochi.
L’idea che anche se si è acquistata una copia fisica di un titolo questo titolo poi possa diventare ingiocabile non è sostenibile. Anche perché poi non ci si può lamentare se nessuno acquista più nulla: se neanche nell’acquisto abbiamo la certezza di possedere qualcosa da poter anche magari, poeticamente, tramandare, l’acquisto di per sé non ha più senso.