Come già si temeva da tempo dopo le accuse di AliveCor e Masimo gli Apple Watch rischiano il ban. Il destino ultimo di questi smartwatch è ora in mano al presidente Biden.
Gli Apple Watch sono fra i dispositivi indossabili più celebri soprattutto per le misure di tutela della salute degli utenti. Basti pensare al sistema di rilevamento incidenti o della sua funzione Oceanic+ che lo qualifica un dispositivo adatto come computer subacqueo. Ma stando a quanto risulta negli Stati Uniti simili standard non sono stati raggiunti in maniera legale bensì rubando dei brevetti. 
Già circa un mese fa avevamo parlato delle accuse mosse da Masimo per il sistema di rilevazione dell’ossigeno nel sangue dei modelli della Series 6. All’azienda di tecnologie mediche si affianca AliveCor, che produce hardware e software per registrare l’ECG (elettrocardiogramma). Il sistema usato da Apple sarebbe a quanto sostiene la società nient’altro che un suo brevetto di anni fa.
La vicenda Apple-AliveCor
Otto anni fa, nel 2015, le due aziende avevano provato a iniziare una partnership proprio per la funzione ECG, senza trovare un accordo. Tre anni dopo però Apple lanciò sul mercato il primo smartwatch dotato di un sistema analogo, gli Apple Watch Series 4. Prontamente AliveCor aveva fatto causa alla Mela e per 5 anni non si era giunti a una conclusione, fino al settembre 2022.
L’International Trade Commission (ITC) in quel periodo ha dato ragione ad AliveCor ma è scatta la risposta di Apple, che ha citato a sua volta la società in giudizio. Nonostante la causa sia stata impugnata però la decisione ultima spetta a Joe Biden, che dovrà dare la sentenza.
Il possibile ban
L’appello presentato da AliveCor chiede il blocco dell’importazione dei prodotti Apple su cui è stata utilizzata la propria tecnologia. Una massa la bando in piena regola che l’azienda riterrebbe possibile, ma che è molto difficile si verifichi. Anche perché c’è un altro problema: l’ufficio brevetti americano non ritiene validi quelli di AliveCor. 
Dato che la situazione appare tutt’altro che limpida l’esito più probabile è quello che le due parti riescano a trovare un accordo per preservare il proprio nome. Ad esempio attraverso il pagamento di un risarcimento, anche se è probabile che ci saranno nuovi sviluppi a breve.