Cardboard: da Google la realtà virtuale di cartone per Android

Niente SmartWatch, niente gadget, ma semplicemente un pezzo di cartone… Quale sarà la sua particolarità? È semplice: trasforma uno smartphone Android in un set “fai da te” per la realtà virtuale.

Questo meraviglioso oggetto è fatto, come avrete ormai capito, proprio di cartone. È assemblabile in meno di un minuto (45 secondi, per essere precisi) ed è progettato in modo che si possa applicare allo smartphone che si sta utilizzando.
Tenendolo appoggiato al viso (proprio come un visore) consentirà di immergersi in una realtà virtuale con una risoluzione paragonabile alla prima versione di Oculus Rift, o anche meglio (dipende dal telefono).
Girando la testa è possibile scorrere fra le applicazioni, mentre sulla sinistra si trova una rondella di metallo collegata al visore con un magnete: toccandola è possibile fare “click”.

Molto intuitivo, ma anche di notevole impatto.

Si è parlato molte volte di Oculus (di Facebook) e Project Morpheus (di Sony), ma Google non aveva ancora dato segni di volersi inserire nel mondo della Realtà Virtuale… Fino ad ora, e certamente è stata un’entrata di grande effetto.

La strategia di Google è stata quella di non iniziare a sviluppare e produrre attrezzature costose, ma invece l’obiettivo sembra quello di dare a tutti gli utilizzatori di Android la possibilità di divertirsi con la realtà virtuale… gratuitamente.

Non è difficile realizzare a casa propria un kit come quello mostrato da Google, semplicemente prendendo spunto o cercando delle guide online. A sole 24 ore dall’annuncio alla conferenza Google I/O, infatti, Dodocase ha già iniziato a produrre e vendere kit online, al prezzo di 20 Dollari. Le possibilità sono moltissime, i pezzi potrebbero essere realizzati in cartone ma anche con altri materiali, magari sfruttando la tecnologia di stampa 3D… Dai più spartani ai più curati e comodi, certamente ne vedremo delle belle.

Non è tutto: il “visore” di cartone non rappresenta, di per sè, una grandissima novità. Si erano già visti qualche mese fa prototipi simili open-source, la differenza con quello mostrato da Google è il software. Google ha sfruttato i propri mezzi (sicuramente notevoli) per costruire un’applicazione performante, ovviamente con una piattaforma di sviluppo aperta, in modo che chiunque possa dare il proprio contributo. È come una “democratizzazione” della realtà virtuale, che non sarà più destinata solo ai più benestanti o agli appassionati, anzi: sarà fruibile da chiunque voglia provare questa emozione.

 

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