Quando circa tre mesi fa Elite: Dangerous è stato pubblicato è stato annunciato anche un contest del valore complessivo di 13mila sterline (corrispondenti a quasi 18mila euro), con primo premio di 10mila sterline e tre premi minori da 1.000£.
Durante il fine settimana David Braben, CEO di Frontier Developments, ha annunciato su YouTube i vincitori del contest chiamato The Race To Elite.
La competizione era divisa in quattro categorie; i premi per le tre categorie minori, per un valore di 1.000£ (1.400€), sono stati riservati ai primi tre giocatori in grado di raggiungere il rank Elite rispettivamente nelle categoria combattimento, commercio ed esplorazione. Il premio finale invece è stato assegnato al primo giocatore che ha raggiunto Elite in tutte e tre le categorie, per un valore di quasi 14mila euro.
Il premio per la categoria esplorazione è stato assegnato a un giocatore chiamato Commander Tequila, che ha viaggiato per 190.000 anni luce per esplorare 7.967 sistemi solari. Commander Lordkee ha invece guadagnato 1000£ per la categoria commercio per aver mobilitato oltre 834.353 tonnellate di carico in 1.046 ore di gioco totale. Commander Fromtonrouge è stato invece il vincitore per la categoria combattimento, portando a casa sempre 1.000£ per aver abbattuto 8.563 navi spaziali dal lancio del gioco.
Il premio finale di 10.000£ è stato assegnato al giocatore Commander Onepercent che ha visitato 10.342 sistemi solari, accumulato oltre 9.032 uccisioni e commerciato 835.410 tonnellate di carico (comprese 2.000 tonnellate sul mercato nero); accumulando un totale di 1.029 ore di gioco.
Ricordiamo che Elite: Dangerous, grandioso gioco di ambientazione sci-fi finanziato grazie a una campagna crowdfunding di successo, è stato pubblicato per ora solo in versione per PC. Presto dovrebbe però essere lanciato anche per Xbox One, in modo da offrire a un range più ampio di giocatori la possibilità di esplorare i 400 miliardi di sistemi solari unici presenti nel gioco!
Ecco il video con l’annuncio dei vincitori, buona visione!
Fonte: polygon