Google Stadia, gravissimo retroscena sulla chiusura del progetto

Google Stadia si avvia a concludere il suo percorso accidentato e in salita a gennaio dell’anno prossimo e ora mentre tutti dobbiamo guardare in faccia questo fallimento cominciano ad affiorare dalla Rete retroscena poco edificanti.

Retroscena che in realtà suonano come un già visto quando, un anno fa, la stessa società decise di chiudere la sezione dedicata allo sviluppo interno dei videogiochi e concentrarsi invece sui prodotti di terze parti.

Google Stadia, gravissimo retroscena sulla chiusura del progetto
Google Stadia, gravissimo retroscena sulla chiusura del progetto (foto: Youtube)

Una situazione che si ripropone e che rende ancora più contorta e triste la parabola discendente di un servizio di cloud gaming che aveva le carte in regola per essere rivoluzionario e che invece per tanti motivi è affondato come una barchetta di carta. Portandosi dietro parecchi posti di lavori.

Google Stadia e quella riunione fatta all’ultimo

Phil Harrison l’ha fatto di nuovo verrebbe da dire. E’ infatti almeno la seconda volta che le comunicazioni interne raggiungono i diretti interessati dentro la divisione Stadia a ridosso delle comunicazioni pubbliche a uso e consumo di giocatori e testate. C’è una logica dietro questo modo di comportarsi e non è difficile da indovinare che serva semplicemente a evitare che la notizia trapeli prima del previsto o che le mosse diventino palesi. Ma rimane una mancanza di tatto.

Google Stadia, gravissimo retroscena sulla chiusura del progetto
Google Stadia, gravissimo retroscena sulla chiusura del progetto (foto: Youtube)

A raccontare questo retroscena specifico è stato, anche stavolta, uno de diretti interessati: uno degli ingegneri di Stadia che in forma anonima ha condiviso con la community Reddit del fu servizio di cloud gaming di Google la tempistica del messaggio che si sarebbe di lì a poco trasformato in uno tsunami. E il messaggio è diventato anche un momento per fare, almeno da parte della community, un recap sul passato proprio di Harrison.

Lasciamo a voi i giudizi riguardo l’operato di Harrison ma se c’è un aspetto non negativo di questa vincenda è che, almeno sulla carta e almeno per ora, la chiusura di Stadia non porterà altri licenziamenti dato che tutti i lavoratori rimasti orfani di progetto hanno modo di trovare un altro posto interno in un altro team. Lavoratori che, ed è forse questo che fa più riflettere, hanno lavorato a nuove feature in pratica fino all’ultimo e rilasciato il mese scorso due novità molto apprezzate da developer e giocatori.

 

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