Come saranno i videogiochi del domani? Per il grande capo di Ubisoft in persona ci sarà una novità grande ma che forse non è proprio quello che i fan vorrebbero.
Il presente dei videogiochi è piuttosto liquido per quello che riguarda i team di sviluppo. Vediamo infatti come anche quei developer che sembrano riuscire a produrre qualità rischiano di vedersi chiudere. Ma come sarà il futuro? Tra le sfide che ovviamente occorrerà navigare nel modo più corretto c’è quella di chi vuole a tutti i costi infilare l’intelligenza artificiale dentro la produzione dei videogiochi.

È chiaro che, al di là dei proclami, si tratterebbe di un modo per potenzialmente ridurre di molto i costi di produzione che invece, stando alle ultime proiezioni, stanno aumentando e probabilmente continueranno a farlo.
Chissà se quindi c’è anche dietro le parole del CEO di Ubisoft la volontà di segnalare che la società vuole inserire l’intelligenza artificiale nella produzione. Di certo le ultime dichiarazioni fatte al riguardo sembrano quelle di un fan sfegatato.
Perché il CEO di Ubisoft sembra diventato un grande fan delle AI generative
L’occasione è stata quella della New Global Sports Conference tenutasi in Arabia Saudita. Nel corso del suo intervento, Yves Guillemot ha per prima cosa annunciato che per Assassin’s Creed Mirage arriverà una nuova espansione che sarà ambientata in quello che nel IX secolo era il territorio che adesso occupa proprio l’Arabia Saudita.

L’evento fa parte di una serie di altre iniziative con cui il Paese sta cercando, a suon di milioni, di ricavarsi un posto privilegiato nel mondo dei videogiochi e degli eSports.
Nel corso del suo lungo intervento c’è stato però spazio anche per la sua idea sul futuro dei videogiochi. Secondo il capo di Ubisoft, come già era stato sottolineato da lui stesso l’anno scorso, le potenzialità dell’intelligenza artificiale generativa sono enormi.
Ma, nonostante i grandi costi di cui sempre Guillemot parlava lo scorso anno, il futuro ci vedrà avere rapporti interpersonali con personaggi NPC che sono in tutto e per tutto la ricreazione virtuale per esempio di persone reali.
E proprio Guillemot fa l’esempio di Socrate presente all’interno di Assassin’s Creed Odyssey, un personaggio curato nei dettagli e con alcune missioni che possono essere portate a termine solo se lo si ascolta con attenzione.
Guillemot è convinto che i giochi di domani ci permetteranno di fare molte cose al di là del puro divertimento. Per esempio magari potrebbero aiutarci a comprendere i principi della filosofia greca. È divertente che nell’esempio di Guillemot ci sia un filosofo il cui motto principale è “So di non sapere“. È divertente perché, nel modo in cui tanti già si interfacciano adesso con l’intelligenza artificiale, pare di avere invece di fronte qualcuno che sa tutto.
Sempre parlando di quello che succederà nei giochi di domani, Guillemot immagina che i mondi aperti in cui i giocatori si muoveranno non saranno solo più vasti, ma molto più reattivi e cambieranno realmente in base alle scelte dei protagonisti. Noi giochi belli li vediamo già.
L’idea che però tutto questo possa essere raggiunto solo con l’utilizzo di una tecnologia le cui stesse fondamenta probabilmente non piacerebbero neanche a Socrate rende i grandi sogni di Guillemot più vicini a un incubo.





