Il cybercrimine predilige i giovani

L’ultimo rapporto del Norton Cyber Security ci rivela che la generazione nata nell’epoca digitale è la più soggetta ad esperienze di cybercrimine.

Un italiano su due (45%) avrebbe oggi vissuto episodi di cybercrimine di vario tipo, un dato sensibilmente più rispetto alla media europea ferma al 40%. La ricerca, condotta su oltre 17 mila consumatori ha permesso a Norton di mettere in luce gli effetti globali dei crimini informatici, sempre più frequenti.

Il nostro bel Paese sembrerebbe quindi tra i meno avvezzi a combattere questo incessante problema e le nuove generazioni, quelle che dovrebbero essere più pratiche nell’uso della tecnologia, sarebbero invece le vittime più gettonate. Ecco alcuni dati raccolti dalla ricerca per quanto riguarda l’Italia:

  • Negli ultimi 12 mesi, gli Italiani hanno impiegato una media di 13 ore per affrontare le conseguenze dei crimini informatici;
  • Tra quanti hanno subito crimini informatici negli ultimi 12 mesi, circa un Italiano su sei (13%) è stato oggetto di attacchi di tipo ransomware, una forma di estorsione digitale;
  • Tra chi è incorso in crimini informatici negli ultimi 12 mesi, il 12% degli italiani dichiara di aver subito un furto d’identità;
  • Tra le vittime dei crimini informatici negli ultimi 12 mesi, un italiano su dieci (13%) ha subito il furto delle proprie informazioni finanziarie in seguito ad esperienze di acquisto online;
  • In Italia, le situazioni che più frequentemente hanno minato la sicurezza dei consumatori riguardano la compromissione della password dei loro account (17%), accessi non autorizzati a caselle di posta elettronica (14%) oppure furto di un dispositivo mobile (13%).

Questi problemi sembrerebbero aver maggiormente colpito la Generazione Y (quella dei  più giovani), rispetto a quella dei Baby Boomer (i giovani adulti) a causa della sua inesperienza e negligenza verso la sicurezza dei dati informatici.

Ecco quanto è stato rilevato: 

  • La Generazione Y, ad esempio, condivide più facilmente le sue password (19%) rispetto ai Baby Boomer (13%);
  • Tra i Baby Boomer che utilizzano una password, quasi la metà (47%) sceglie sempre una password sicura (ovvero una combinazione di almeno otto lettere, numeri e simboli) rispetto ad appena un terzo (37%) della Generazione Y;
  • Un quarto degli appartenenti alla Generazione Y ammette di aver abbandonato un account anziché chiuderlo in seguito a una violazione dei dati perché la reputava la soluzione più semplice;
  • I dati sembrano però non confermare del tutto l’adagio secondo cui invecchiando si diventa saggi: mentre il 92% dei Millenials in Italia sa come aggiornare le impostazione della privacy sul proprio notebook, il 93% quelle del proprio smartphone e il 90% riesce a cambiare la password della propria rete Wi-Fi, questi dati nella generazione dei Baby Boomer scendono rispettivamente al 71%, 67% e 68%.

Ovviamente, i genitori italiani si sono subito preoccupati di questa situazione, cercando di prendere precauzioni per proteggere i loro figli, senza però tenere troppo in conto di insegnare piuttosto che limitare l’utilizzo.

In Italia infatti, il cybercrimine è più frequente sopratutto per l’inadeguatezza dei sistemi di prevenzione utilizzati dagli utenti che continuano a prendere sotto gamba questa minaccia. Molto probabilmente, nel corso dei prossimi anni, il famoso “discorsetto” che i genitori erano soliti fare ai figli adolescenti comincerà a trattare più di sicurezza informatica che di buone abitudini sessuali…

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