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Fuorigioco

Origini dell’Universo: una nuova teoria potrebbe sconvolgere quello che (non) sappiamo

Il Telescopio spaziale James Webb nelle sue ricerche sugli esopianeti ha fatto una scoperta incredibile. Al punto che potrebbero cambiare le teorie finora formulate sulle origini dell’universo attuale. 

Il James Webb dal suo lancio nel 2021 non fa che inviare alla NASA immagini mai viste prima. Grazie alla sua tecnologia all’avanguardia che sfrutta i raggi infrarossi è in grado di bloccare le interferenze della luce solare e non solo. L’ultima scoperta documentata però potrebbe essere la più importante di tutte: scrutando fuori dal Sistema Solare si è imbattuto in ben sei galassie.

Quelle individuate dal james Webb sono antichissime e più grandi del previsto. (Videogiochi.com)

A sorprendere non è tanto il numero di insiemi di stelle trovati ma piuttosto la loro insolita estensione. Tutte le galassie in questione sono antichissime (13 miliardi di anni) e secondo quanto ipotizzato dagli scienziati dovrebbero risultare di massa ridotta. Eppure ora ci si trova di fronte non a uno, ma a ben sei casi anomali.

Una nuova teoria?

Le galassie come quelle osservate dal James Webb rientrano in quello che gli astronomi chiamano “universo primordiale”. Vale a dire costituito dai corpi celesti che si sono formati in tempi così remoti che già trovarli ancora così organizzati risulta incredibile. La loro origine è stimata ad appena 700 milioni di anni dopo il Big Bang (14 miliardi di anni fa).

Finora si riteneva che le prime galassie fossero di piccole dimensioni, poiché la materia si assembla nel tempo. (Videogiochi.com)

Gli scienziati avevano pensato che la formazione di insiemi corposi di stelle richiedesse tempo e derivasse dall’unione di strutture più ridotte. Ora perciò la domanda è se esista un sistema più rapido per portare ad assemblare una galassia. L’astronoma inglese Emma Curtis propende invece per un errore di interpretazione delle immagini, che in realtà mostrerebbero dei buchi neri.

La loro scoperta

La luce che le nuove galassie mostrano (intensa e di colore rosso) indica che hanno una massa ingente e che si trovano a grandi distanze dalla Via Lattea. La luminosità rilevata dal telescopio fornisce anche informazioni circa la quantità di stelle che può avere al suo interno.

La Via Lattea conta ben 60 miliardi di stelle, ma è molto più “giovane”. (Videogiochi.com)

Una delle galassie fotografate secondo i parametri analizzati potrebbe possedere più “soli” della nostra, nonostante abbia diversi miliardi di anni in più. Per la precisione la stima è di 10 miliardi di stelle contro i miseri 60 della Via Lattea. Si tratta però ancora di un dato ipotetico.

Nausicaa Tecchio

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