E se scoprissi che dentro Pokemon Pocket in realtà il gioco fa tutto il lavoro al posto tuo? Questo segreto non è più segreto. Come la prenderanno gli allenatori più accaniti?
Per gli allenatori di mostriciattoli da taschino Pokemon Pocket è il gioco perfetto, perché mescola la praticità di un videogioco con le meccaniche di base che erano quelle dei giochi dei mostriciattoli quando erano ancora solo delle carte.
E da quando il gioco ufficiale è uscito tanti lo hanno esaminato fin nei suoi più piccoli dettagli. Oltre a consigliare quali sono i mazzi migliori e anche a incentivare la scoperta di capacità nascoste in alcune carte che tanti invece non vorrebbero avere nel proprio mazzo, alcuni hanno provato a trovare un senso e quindi a piegare alla propria volontà le meccaniche di base. A quanto pare però il gioco ha il pilota automatico. E forse questo è un modo per godersi l’esperienza con meno pressione e più allegria.
E se ti dicessimo che Pokemon Pocket non ti fa scegliere niente?
Quando si producono carte collezionabili che poi vanno all’interno dei pacchetti, come per esempio le carte dei Pokémon ma anche semplicemente le figurine degli album, vengono prodotte quantità diverse delle stesse carte e alcune in questo modo diventano rare. La distribuzione poi all’interno dei pacchetti aumenta la totale casualità con cui ti puoi trovare per le mani esattamente le carte che volevi oppure la quattordicesima copia di una carta che vorresti lanciare dalla finestra.

Con i videogiochi la sensazione deve essere esattamente la stessa: la assoluta casualità. Anche se, rispetto a quello che può succedere con le carte reali, per i videogiochi ci siamo tutti globalmente convinti che ci sono alcuni sistemi che, per esempio, permettono di convincere il videogioco a darci quello che vogliamo. Per Pokemon Pocket tutta la questione ruota intorno ai Wonder Pick.
Quel momento in cui si pesca una carta tra le cinque coperte che vengono offerte. Secondo alcuni si può realmente seguire il percorso della carta che si vorrebbe avere e quindi trovarla. Altri pensano che basti dire a voce alta la carta che si desidera. Oppure ancora aggiungere il cuoricino per metterla tra i preferiti invece avrebbe l’effetto contrario.
Ma, esperienze fatte direttamente dai giocatori hanno dimostrato invece che probabilmente per quanto ci si arrabbatti a cercare di piegare il sistema, il gioco farà quello che deve. La sensazione, corroborata da questa esperienza, è infatti che dentro Pokemon Pocket non ci sia nulla che si può scegliere attivamente.
La dimostrazione sembrerebbe arrivare in quei casi in cui salta la connessione e, quando si riesce a rientrare, il gioco ha scelto una carta. E il sistema predeterminato ha anche senso se si guarda a quelli che potrebbero cercare di riavviare il gioco per provare a barare e trovare la carta di cui hanno bisogno e non quella che il gioco vuole propinare.
L’idea che però sia il gioco a giocare forse a qualcuno potrebbe dispiacere. Del resto, nei videogiochi vogliamo sempre avere la sensazione che le scelte che facciamo abbiano una qualche importanza. Se questo elemento viene meno per alcuni non c’è motivo di giocare ma per tanti invece si tratta di una totale liberazione. A voi la scelta.