RECENSIONE: Evil West – giocare per davvero, come una volta!

Recensione con voto di Evil West, nuovo action in terza persona che ci porta a caccia di vampiri tra revolver e pugni elettrificati. 

In una degli ultimi video pubblicati sul canale Youtube ufficiale di Focus Enterteinment, enorme publisher francese impegnato a lanciare tantissimi titoli diversi in questo periodo e nel prossimo futuro, c’è uno spot di Evil West. Videogioco sviluppato dalle mani esperte di Flying Wild Hog, noti per i vari Shadow Warrior e il recente Trek To Yomi. Nello spot, che strizza l’occhio allo stile Devolver Digital, si vedono due assistenti intenti a preparare il famoso attore Danny Trejo per una pubblicità su un nuovo videogioco. Sarà lui il testimonial di un nuovo videogioco, che in pratica non è altro che un contenitore vuoto, pieno zeppo di confusionari e aggressivi meccanismi di microtransazione, con un triplice sistema di monetizzazione.

Recensione di Evil West
Recensione di Evil West

Confuso e disgustato, come noi nel sentire tutte quelle porcherie amaramente diffuse nel panorama videoludico, alla fine Trejo sbotta: “Voglio solo giocare un videogioco!”. Lo spot, quindi manda del gameplay e si conclude ancora con l’attore estasiato, che grida: “Abbiamo vinto noi (giocatori)”. Ed è una pubblicità assolutamente perfetta, che racchiude in pieno cosa significa giocare ad Evil West e quale sia la visione degli sviluppatori.

Recensione di Evil West

Il titolo ci mette nei panni di Jesse Rentier, uno dei migliori cacciatori di vampiri al mondo, destinato per successione a prendere il controllo dell’Istituto Rentier. La struttura è una delle eccellenze degli Stati Uniti d’America nella caccia ai vampiri, sovvenzionata in gran segreto dal Presidente in persona. Una nuova minaccia pronta a sovvertire l’ordine mondiale e rimettere i vampiri in cima alla catena di comando sta per scatenare una guerra su larga scala, e tocca a noi intervenire.

Evil West chiesa
Purificando una chiesa in Evil West videogiochi.com

Ma tutto questo è semplicemente un pretesto, una scusa, un filo conduttore che serve semplicemente ad unire le cutscene e dare un senso ai continui e violenti combattimenti che affronteremo. Ed è qui che il gioco convince maggiormente.

Gameplay adrenalinico ed appagante

Combattere in Evil West è un’esperienza estremamente appagante. Gli sviluppatori hanno confezionato un sistema semplice, ma non semplicistico, che soddisfa dalla prima all’ultima ora di gioco. I movimenti sono sempre fluidi, si può fare continuamente fuoco col revolver semplicemente premendo un grilletto, e subito utilizzare il fucile per far saltare teste utilizzando l’altro, da vicino meglio la doppietta d’ordinanza. Ma le nostre armi fondamentali sono i pugni. Il potente guanto potenziato dell’Istituto e il tirapugni elettrificato sperimentale aggiungono piacevole complessità. Pallottole potenziate, parry elettrificato, pioggia di pugni, uppercut e mossa finale in stile Doom per raccogliere energia e dedicarsi al prossimo nemico, in un’arena sempre più gremita e roboante. Più che una danza una continua scazzottata della morte, con gli aberranti nemici che si fanno a pezzi, perdono un arto e fanno cadere i propri organi sotto i nostri potenti colpi.

Evil West revolver
Userete spesso il revolver

Messi da parte gli ottimi combattimenti, Evil West è paradossalmente rivoluzionario nel suo sembrare un titolo concepito, sviluppato e lanciato per PS3 e Xbox 360. È infatti un action in terza persona non open-world, in cui non ci sono falò, missioni secondare o segnalini da eliminare dall’enorme mappa. Qualche baule e qualche sacco di “verdoni” nascosto in piena vista in un level design assolutamente semplice e leggibile è tutto quello che offre per l’esplorazione. Ed è anche meglio così. Perché quando non si sta facendo a pezzi una creatura abietta, il titolo perde la sua magia. Si notano gli sfondi abbozzati, la modellazione di oggetti lontani piuttosto grezza e si percepisce chiaramente che l’intera sezione sia stata pensata per essere attraversata di corsa, senza attenzione. Con gli oggetti interagibili ed ogni singola strada, porta, discesa o strettoia in cui incamminarsi illuminata per essere immediatamente riconoscibile dal giocatore, gli sviluppatori non nascondono, e anzi evidenziano, la loro volontà di farvi avanzare alla prossima arena alla svelta.

Un gioco come quelli di una volta

Dal punto di vista del level design, Evil West è una serie di corridoi da affrontare scattando in avanti tra un massacro e l’altro, con qualche cutscene che taglia prepotentemente l’azione proprio come accadeva una volta. Ma dove qualcuno potrebbe denunciare pressapochismo, mancanza di ambizione o piattezza, si deve invece vedere semplicemente la voglia di fare un vero e proprio videogame, uno di quelli che si gioca soprattutto e non anche. In tal senso il titolo è rivoluzionario, nella sua volontà di non provare neanche a presentare le stesse soluzioni agli stessi problemi visti e rivisti nell’ultimo decennio. I dialoghi ci sono, ma sono sopra le righe, volgari e tra personaggi stereotipati. Esistono diversi alberi per potenziare il nostro personaggio, uno in base al livello di esperienza e l’altro che richiede i sopracitati verdoni per avanzare. Niente è invasivo o problematico, tutto si mette in secondo piano, al servizio del gameplay duro e puro.

Evil West gore
Evil West è parecchio violento

Dopo le 16 missioni affrontate in poco meno di 18 ore, che magari possono essere riaffrontate in co-op ad un livello di difficoltà superiore, non avrete pesanti interrogativi, profonde riflessioni morali o la mascella spalancata per un comparto tecnico che mira ad alzare l’asticella generale. Evil West vi fa rivivere le emozioni che provavate anni fa, giocando a titoli come X-Men le origini di Wolverine, Call of Juarez Bound in Blood, Stranglehold o Conan. Dietro a tutto questo sangue si cela un abbraccio caldo e sincero, come quando dopo una giornataccia si guarda per l’ennesima volta la nostra serie tv preferita, consci che non ci sorprenderà.  Ed ecco perché, mentre si gioca ad Evil West, non si può che sentirsi proprio come Danny Trejo: mandare a quel paese tutte i complicati sistemi di monetizzazione moderni e gridare “Abbiamo vinto noi (i giocatori)”. Almeno per un po’. Prima di tornare ancora una volta a chiudere i menù con le skin a pagamento e ad eliminare i punti interrogativi dalla mappa. Consigliamo l’acquisto insieme ad A Plague Tale Requiem, sempre di Focus Enterteinment, un titolo che invece si focalizza quasi esclusivamente sulla sua potenza narrativa e grafica, tanto da guadagnarsi una candidatura ai nostri VGAwards. Per avere così due giochi eccellenti nei rispettivi campi, e poter giocarli a fasi alterne, per goderseli a meglio. Evil West esce il 22 novembre 2022 per Windows, PlayStation 4, PlayStation 5, Xbox One e Xbox Series X/S.

VOTO 7

PRO

  • Un gioco che si gioca per davvero
  • Divertente come una volta
  • Combattimento appagante
  • Tante armi con cui fare a pezzi i nemici
  • Boss fight complicate al punto giusto
  • Gore curato

CONTRO

  • Tecnicamente si poteva fare di più
  • Serviva più varietà di nemici e situazioni
  • Manca il doppiaggio italiano
  • La storia e i personaggi potevano essere curati meglio

 

 

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