Recensione con voto di Tempest Rising, un RTS che pesca a piene mani dal glorioso passato di un genere di videogiochi che meriterebbe senza dubbio più attenzione.
Non sono tantissimi gli RTS lanciati nell’ultimo decennio ad essere ricordati oggi. Si tratta di un genere infatti che fatica da parecchio tempo e che se una volta dominava in lungo e in largo, oggi ha un ruolo assolutamente marginale nel mondo dell’industria videoludica. Il fatto che la skin di un cavallo per World of Warcraft abbia portato a Blizzard più soldi di Starcraft è stato l’inizio di una profonda crisi.
Oggigiorno chi gioca gli RTS è in netta inferiorità numerica rispetto a quanti si buttano ogni giorno sugli FPS, sui live service e sui simulatori sportivi. Ecco quindi che spesso i grandi studi tripla-A snobbano questo tipo di esperienze, focalizzandosi su qualcosa di più remunerativo.
E sono le realtà più piccole a sperimentare e provare a ritagliarsi uno spazio, come è successo con Tempest Rising, sviluppato da Slipgate Ironworks e pubblicato da 3D Realms e Knights Peak.
Recensione Tempest Rising: mi mandano Command and Conquer e Red Alert
Tempest Rising descrive una storia alternativa e molto sopra le righe in cui la crisi missilistica di Cuba ha portato effettivamente ad un conflitto nucleare totale tra USA e URSS. Il mondo retrofuturistico in cui si svolte il gioco ha visto i resti dell’umanità lottare ora per una nuova risorsa importante, il Tempest appunto, che grazie alle radiazioni nucleari cresce a dismisura e diventa la principale fonte di energia del pianeta.
A combattersi giorno e notte sono due fazioni: da una parte la Global Defense Force (GDF), che è un’unione occidentale che mima la NATO e che cerca di riportare una sorta di democrazia made in USA sul mondo, e la Tempest Dinasty, un’unione militare di Paesi dell’est che dovrebbe ricordare l’enorme blocco rappresentato dalle forze del Patto di Varsavia.
Se state pensando che si tratti di una rilettura dell’eterno conflitto tra GDI e NOD per il controllo del Tiberium, avere ragione. Ci sono addirittura gli Scrin, qui rappresentati da una misteriosa specie aliena che purtroppo non è al momento controllabile dal giocatore e che non ha una campagna dedicata, i Veti.
Il titolo pesca a piene mani dall’immaginario dalla saga di Command and Conquer, risultando un particolare mix tra Tiberium Wars e Red Alert 3. Le due campagne delle singole fazioni ricordano proprio questi titoli e sono entrambe molto buone, con 11 missioni a testa che risultano molto complesse e lunghe e che si diramano tra tanti obiettivi primari e secondari e offrono tutorial continui per l’uso della tecnologia sempre più potente e speciale, oltre che scelte tattiche con alberi di abilità eccezionali.
Entrembe le esperienzie sono magnifiche e ben fatte, con momenti davvero epici e diverenti. Peccato che i personaggi non siano neanche lontanamente paragonabili a quelli dei giochi citati sopra, con giusto un paio di nomi memorabili e poco più. Certamente non ci si poteva aspettare l’uso di attori di Hollywood in un prodotto simile, ma qualcosa in più sì però.
Gameplay e un’IA davvero intelligente
Le differenze tra GDF e DYN sono molto marcate e si sentono in game, in un meccanismo di carta forbici sasso che funziona. Persino il metodo di raccogliere risorse e di costruire marca una differenza netta. La tecnologia incredibile di cui vanta la fazione americana ha effetti devastanti in-game, con addirittura una risorsa unica esclusiva che si accumula.
Lode all’IA nemica, che è tra le migliori di sempre per un RTS, in alcuni casi anche troppo. Al primo scontro si presenterà sempre un po’ a caso per cercare di capire cosa stiamo facendo, per poi tornare con una nuova seconda ondata molto più ottimizzata per counterare le nostre unità e difese.
A tal proposito è molto difficile pensare di trincerarsi contro l’IA perché anche a livello più basso è programmata per farci vivere continuamente in uno stato di pressione. Attacchi ai fianchi, aperture su altre zone, accerchiamenti e ondate continue: chi vuole costruire la propria base come una fortezza impenetrabile e avere un approccio da tower defense non vincerà mai in Tempest Rising.
Sebbene sia lodevole come idea generale, questo è in parte anche un difetto perché costringe a giocare sempre in un modo molto aggressivo, attento e volto al sovrastare il nemico velocemente prima che sia lui a farlo. Vedremo se gli sviluppatori aggiungeranno più personalizzazione nella modalità schermaglia per “crearsi” un nemico di un certo profilo (offensivo, attendista ecc). Poche anche le mappe.
Un ramo di Tempest leggermente acerbo
Il gioco è comunque generalmente molto godibile e divertente, soprattutto si si è fan di lunghissima data del genere e si vuole rivivere un’esperienza simile a quanto accadeva negli anni Novanta e Duemila. Rispetto a Command and Conquer Tiberium Wars e Red Alert però ci sono delle criticità che pesano sull’esperienza totale.
Le registrazioni vocali di alcune unità sono semplicemente incomprensibili e sembrano registrate con un pessimo microfono in una stanza vicina a chi le recitava. Chiaro l’intento di voler dare un sound più ruvido per immergersi nel campo di battaglia, ma è molto meglio l’audio cristallino di Starcraft e le sue frasi più celebri e comprensibili chiaramente.
Peccata anche la mancanza di grosse unità speciali uniche che sposino le atmosfere sci-fi, distopiche e assolutamente sopra le righe del titolo. Avere un’unità titanica speciale come il buon vecchio MARV fa tutta la differenza del mondo verso le parti finali di ogni partita e sarebbe un’aggiunta molto divertente. Qualche miglioramento qua e là nella leggibilità nei menù di gioco pure sarebbe cosa apprezzata.
Tempest Rising è un buon gioco e un ottimo RTS, perfetto per chi vuole rivivere la propria giovinezza in un mondo in cui EA e Blizzard sembrano occupate a fare tutto piuttosto che riportare i proprio grandi strategici. C’è qualche imperfezione qua e là, ma si spera che gli sviluppatori possano ascoltare la community e migliorare il titolo nel tempo. E magari aggiungere qualche unità davvero folli con la fazione aliena in arrivo, e si spera anche altre mappe.
Tempest Rising è il ritorno al futuro per un genere del passato che pare poter dire ancora tanto nel presente, malgrado qualche difetto.
PRO
- Gli RTS come quelli di una volta
- IA cattiva e davvero intelligente
- Storia accattivante
- Fazioni messe a fuoco
- Due ottime campagne (forse tre?)
- Grafica e modelli piacevoli
CONTRO
- Personaggi non memorabili
- Alcune voci delle unità incomprensibili
- Impossibilità di giocare in difesa
- Poche mappe
- Non ci sono unità speciali gigantesche