Ecco la recensione con voto di The Alters, uno spettacolare mix tra gestionale e RPG in cui saremo circondati dai nostri cloni.
Il grosso utero sintetico si apre, tu sei steso lì, inerme. Ti svegli piano piano. Fai fatica a rimetterti in piedi, ti guardi attorno, la testa gira a causa del mix di farmaci e inibitori di emozioni forti che vengono iniettati poco prima della formazione completa dell’individuo, così da controllarne la nascita. Ti guardi e ora sei anche più confuso. La presentazione è abbastanza veloce, ti chiedi l’obiettivo della missione e ovviamente il nome, te lo dici cercando di capire perché ti stai parlando in quello che pensi sia solo un effetto collaterale dello spazio.
Ora però non è tempo di chiacchierare perché non manca molto a una tempesta magnetica, nel piano di sopra lo Scienziato e il Tecnico stanno litigando ancora una volta perché il primo ha chiesto al secondo se ritenesse di star lavorando davvero in modo davvero efficiente. In basso il Minatore si sta riprendendo da un terribile incidente e quindi al momento è solo una bocca in più da sfamare che abbassa il morale a tutti.
Io sono Jan Dolski, tu sei Jan Dolski, a bordo siamo tutti Jan Dolski. Ti consigli di riposare un po’ e leggere i registri della nave per poter essere utile alla missione già il giorno dopo. Ti sei creato in questa versione appositamente perché hai il pollice verde e mai come in questo momento ottimizzare la produzione della serra è fondamentale se non si vuole morire di fame, non c’è tempo da perdere.
Non è la prima volta e non sarà certo l’ultima. Ti sei clonato, hai dato vita all’ennesimo Alter, sperando che questa volta sia una versione di te più stabile e meno propensa alla ribellione o all’autodistruzione. Lo saprai col tempo, ora però devi assolutamente uscire per capire come eliminare la tempesta gravitazionale che non permette all’astronave di muoversi e scappare dal calore estremo di una stella enorme attorno a cui gira questo pianeta alieno con una risorsa che cambierà il destino dell’umanità. Per te The Alters è solo iniziato, per l’altro te è un giorno come un altro.
Recensione The Alters, un concetto semplice gestito in modo magistrale
In seguito a un atterraggio tutt’altro che dolce e alla morte dell’intero equipaggio, il nostro protagonista, l’esperto in costruzioni Jan Dolski, viene costretto dagli eventi a usare la sostanza segreta per la quale la nave é atterrata lì, su decisione del Computer Quantico che tutto vede e tutti può: il Rapidium. E che permette infinite possibilità tramite il Branching, ovvero la creazione di percorsi alternativi della nostra vita.
Un elemento che viola le leggi della fisica e permette di accelerare il tempo in modi ancora non chiari e con infinite possibilità per la razza umana. Inizia così una lunga, complessa e difficile serie di clonazioni in cui creeremo delle copie di noi stessi ma con esperienze di vita diverse in base a certe sliding doors della nostra vita, simulate dal Computer Quantico, per dare vita così a nostri alter ego che hanno abilità, valori e comportamenti molto diversi dal nostro, figli delle proprie uniche esperienze di vita.
Continuando gli studi saremmo potuti essere degli scienziati brillanti con una enorme start-up poi rovinosamente fallita, mentre seguendo nostro padre saremmo potuti diventare esperti minatori bravissimi a trivellare ma con tanti problemi psico-fisici e diverse dipendenze. E ora entrambe queste versioni possono condividere un dormitorio cercando di salvare la nave.
La caratterizzazione di ogni Alter é molto ben fatta, e continuamente si percepisce l’idea di trovarsi davanti a individui complessi, con una storia diversa dalla nostra, con idee e principi morali certe volte opposti. In questo senso l’operazione di un equipaggio di cloni unici é riuscitissima e non annoia o diventa scontata nemmeno per un attimo, mai. Sembra impossibile eppure ogni Alter è doppiato dalla stessa persona, che riesce però a dare un’intonazione e una cadenza unica e caratteristica a ogni personaggio.
“Scoprire” il tuo Alter quando lo si “fa nascere” dal grembo artificiale è il picco assoluto di The Alters: capire le differenze fisiche, poi quelle caratteriali, vedere le diverse reazioni quando ci si trova davanti a un clone e quando si viene spiegata la situazione terribile della missione: è pura magia, da brividi e da solo vale il prezzo del biglietto tra l’altro onestissimo.
Sopravvivi, gestisci, scopri, studia, costruisci: il gameplay loop di The Alters
Per la maggior parte del tempo in The Alters sarete maledettamente di fretta, con meno risorse, tempo, personale, libertà di esplorazione e morale di quello che vorreste. Ed è proprio questo il punto dell’intero videogioco, farvi sentire continuamente sull’orlo del precipizio. In tal senso abbiamo creato una guida perfetta per aiutarvi.
Tendenzialmente la situazione sarà questa: la nave deve scappare il prima possibile dal sole che si sta avvicinando e distrugge tutto con il suo calore e le sue radiazioni fuori scala. Purtroppo però degli ostacoli di diversa natura, da quelli naturali a quelli assai più fantascientifici, ostacolano il percorso. Il nostro Jan dovrà quindi esplorare la zona, raccogliere metalli, minerali, metalli arricchiti, rapidium e organico dalle varie falde presenti nella zona.
Non solo, è importante gestire la produzione di cibo, cucinare, costruire strutture ma anche oggetti come kit di riparazione, scudi contro le radiazioni, piloni, trivelle, trapani monouso ecc. Questo mentre si cerca di studiare l’ostacolo o il fenomeno che si pone davanti alla nostra progressione con teorie, esperimenti e nuove apparecchiature sul campo.
Il tutto tenendo conto delle necessità, i fabbisogni, i litigi e lo stato psicologico in cui versano i nostri Alters, che possono cadere in depressione, ribellarsi, avere paura ecc. Sebbene mai del tutto frustrante si tratta di una gestione complessa del tempo, dell’equipaggio e delle risorse che soltanto sulla distanza stanca un pelo. Anche esplorare le diverse zone del gioco è un piacere, con scenari sempre diversi, alieni, unici e parecchio intricati. E che si evolvono quando il sole si avvicina pericolosamente a noi.
Il tutto accompagnato da una buona colonna sonora che raggiunge il picco nei momenti di Branching e che permette di sentirsi davvero immersi in un mondo alieno o in una nave fantascientifica.
A questo il Quantum Computer non ha pensato
Durante la nostra recensione abbiamo trovato qualche bug su cui gli sviluppatori stanno già lavorando. Nulla che non possa risolversi ricaricando il salvataggio o chiudendo e riaprendo il gioco. Su PS5 la modalità prestazioni offre una qualità altissima dal punto di vista grafico con grande fluidità, è l’opzione migliore da scegliere, come sempre.
Un difetto del titolo è probabilmente il fatto che giochi una volta di troppo sul cliché del nuovo fenomeno fantascientifico da studiare per comprendere esattamente cosa abbiamo davanti, rendendo lo Scienziato spiccatamente e inequivocabilmente l’Alter più importante e imprescindibile per la missione.
Sarebbe stato bello avere più equilibrio e poter osservare gli altri incidere in maniera più netta sulla missione, sia in senso positivo che in senso negativo, sfruttando le proprie abilità in modo diretto per dare una sferzata alla campagna di circa 15-20 ore (che possono diventare anche 25-30 se volete completare e collezionare TUTTO, ovviamente in più run).
Certe volte i menu di gioco possono essere un po’ confusionari sebbene il fatto che gli Alters ti contattino autonomamente quando hanno finito un compito per chiedere se possono fare altro suggerendoti anche cosa è molto apprezzato.
Attenzione anche alle troppe libertà che può darti il gioco in fase di sviluppo e costruzione delle strutture. Ad un certo punto, nella disperata ricerca di un modo per abbassare la massa della base e scappare da una situazione pericolosa, non avendo più nulla da eliminare tra le strutture secondarie ho anche eliminato il workshop, sicuro che se il gioco lo permettesse non ci sarebbero stati problemi. Ecco invece che subito era diventato necessario craftare un certo oggetto per dare vita a una delle cutscene più belle di tutto il gioco e io come uno sciocco non potevo farlo.
Per fortuna il titolo crea TANTI slot di salvataggio, uno per ogni giorno. Ho dovuto semplicemente tornare un giorno indietro ed evitare questo errore clamoroso. Probabilmente voi non avrete la possibilità di cancellare questa struttura ma, nel dubbio, non fatelo.
Altra nota negativa il fatto che le anomalie spawnino ogni giorno come in un Soulslike: questo significa dover continuamente perdere tempo e risorse per combatterle al punto che diventa quasi inutile e controproducente.
Peccato non ci sia un Jan Dolski specializzato in risorse umane
La parte centrale di The Alters è tutta incentrata sulla creazione, l’interazione e la crescita personale del nostro rapporto con gli Alters. Farli nascere ci mette in una condizione complicata e simultanea di divinità che tutto può e di disperato in cerca di aiuto ad ogni costo, e certe volte sarà proprio a voi decidere fin dove spingervi, con situazioni e scelte estremamente problematiche dal punto di vista etico, lode agli scrittori del gioco!
Riuscire a gestire tutte le nostre diverse personalità è la cosa più bella e più difficile del gioco: ci sono personaggi che hanno forti dipendenze, altri che ci metteranno all’angolo con giochetti mentali, chi vuole soltanto che la missione vada in porto e chi crede che tornare sulla Terra sia solo un grosso errore. E questo spirale di emozioni, dialoghi toccanti e persino giochi di potere, parlando di un passato che in parte accomuna tutti e in parte è opposto, è il picco dell’esperienza.
Conclusioni e voto
Sebbene The Alters sia un gioco in cui c’è costantemente un senso di fretta e di emergenza è anche un titolo che bisogna vivere con calma. Non saltate neanche un dialogo, interagite continuamente con i vostri cloni. Regalate loro gli oggetti che trovate, giocate a beer pong e guardate dei film (durano pochi minuti ma sono tutti davvero divertenti) per vivere appieno questa esperienza.
Si parla di un videogioco che nello stesso dialogo riesce ad incastrare: l’amore per il cibo, problemi etici sulla natura dell'”IO” e su cosa sia o non sia umano, ricordi di un padre abusivo, riflessioni sulla fisica quantistica e una battuta che vi farà davvero sorridere.
Probabilmente non ricorderete The Alters per un gameplay eccezionale, una grafica spettacolare o una gestione della base di primo livello, ma posso garantirvi che le incognite che pone vi resteranno dentro per sempre. E’ un gioco a metà tra un gestionale con caratteristiche RPG e una seduta dallo psicologo, è un titolo semplicemente imperdibile.
PRO
- L’intera idea e la sua messa in scena
- Gli Alters unici e diversi tra di loro
- I dialoghi e le scelte pesanti da fare
- L’equilibrio perfetto tra sci-fi e una seduta dallo psicologo
- Le emozioni forti e gli interrogativi che suscita
CONTRO
- Certe volte spostare la base è più difficile di quanto dovrebbe
- Le anomalie che spawnano ogni giorno
- Non tutti gli Alters hanno lo stesso peso nella storia
- C’è un “fenomeno strano da studiare subito” di troppo