I modi in cui si può finire in carcere sono molti. Ma da oggi se ne è aggiunto un altro: se decidi di tenere questo comportamento preparati perché non avrai attenuanti.
Il nostro codice civile e il nostro codice penale sono pieni di norme che servono a costruire un’impalcatura di civiltà che tutti dovremmo rispettare.
Le conseguenze per chi non si attiene alle regole sono varie. In alcuni casi ci sono le cosiddette sanzioni amministrative, ovvero di solito le multe e gli ammonimenti più o meno formali.
Per altri comportamenti scorretti molto evidenti, invece, il rischio è quello del carcere. Proprio di recente è stata introdotta una nuova norma, in realtà molto discussa anche per alcuni risvolti costituzionali, che trasforma effettivamente quello che prima era un illecito amministrativo in un vero e proprio reato per cui si rischia il carcere.
Dalla multa al carcere: la nuova norma che devi conoscere
Ci sono alcune regole che, anche senza aver letto tutto il codice penale e tutto il codice civile, sappiamo che esistono e che vanno rispettate. Sono quelle norme di convivenza che per esempio ci dicono che uccidere il prossimo è qualcosa che non andrebbe mai fatto, non solo perché si rischiano fino a 30 anni di prigione, ma anche perché è moralmente sbagliato.
E in effetti, tante delle leggi derivano da quella che è l’impalcatura morale che ci sostiene e che ci permette di distinguere quello che è giusto da quello che non lo è. Cosa ne pensereste d una legge per gli smartphone invece?
Ma ci sono anche alcuni comportamenti che sono in parte sbagliati e in parte giusti. Uno di questi è quello che succede se non ci si trova d’accordo e si decide quindi di manifestare il proprio dissenso rispetto a una decisione che magari è stata presa dal governo locale o dal governo centrale o da altri organi.
Per alcune manifestazioni di protesta, le persone (anche del passato recente) hanno deciso di compiere gesti piuttosto eclatanti: sdraiarsi sui binari, fermare il traffico in autostrada o costruire barricate improvvisate in città.
Dal 5 giugno scorso, chi crea disagio con questi sistemi non viene più sanzionato solo con una multa, ma in alcune situazioni (quando per esempio ci si organizza e si compiono azioni di questo tipo in gruppo) si rischiano fino a due anni di carcere.
In più, sono state inasprite di molto le conseguenze per quelli che cercano di opporsi alla realizzazione delle opere pubbliche, come per esempio accaduto negli anni scorsi con l’alta velocità e come probabilmente accadrà con il faraonico ponte sullo stretto di Messina.
La normativa trasforma quello che era un illecito amministrativo in un reato penale vero e proprio e, secondo alcuni, si tratta di un errore rispetto ai diritti garantiti addirittura dalla nostra Costituzione.
In attesa di vedere se il decreto legge verrà in qualche modo modificato, è bene quindi sapere che se decidi di partecipare a una protesta, anche se la protesta è pacifica, rischi realmente di finire in prigione per il modo in cui hai deciso di esprimere il tuo dissenso.