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Six Days In Fallujah, il controverso shooter potrebbe vedere luce verde

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Valeria Poropat

Dieci anni fa, più o meno, Konami affidò ad Atomic Games il compito di creare Six Days In Fallujah. Il gioco avrebbe seguito in modo realistico le vicende di un gruppo di soldati durante la guerra in Iraq. Le aspre polemiche che seguirono fecero poi staccare la spina al gioco.

Ora publisher nuovo, Victura, e developer nuovo, Highwire Games, stanno finalmente per partorire questo titolo che molti aspettavano come rivale dei COD.

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Six Days In Fallujah: la realtà della guerra

Six Days In Fallujah, il controverso shooter potrebbe vedere luce verde (foto: Youtube)

In realtà anche se formalmente Atomic Games è fallita poco dopo l’annullamento proprio di Six Days, continua in un certo senso a lavorare al titolo. Victura infatti, il nuovo publisher che si sta occupando del gioco, è stata fondata da Peter Tamte, ex CEO di Atomic.

Six Days doveva essere un lavoro provocatorio e portare a una riflessione profonda sulla guerra. Se andiamo ora sul sito ufficiale creato per il titolo, possiamo leggere una spiegazione approfondita e circostanziata del perché ci sia bisogno di giochi come Six Days e di come ce ne fosse anche nel 2009.

Quando abbiamo annunciato SDIF nel 2009, abbiamo imparato che qualcuno crede che i videogiochi non dovrebbero affrontare eventi reali. Secondo loro, i giochi sono giocattoli più che un mezzo capace di comunicare qualcosa di profondo. Non siamo d’accordo.

La diatriba sul valore dei videogiochi è ancora una discussione aperta e, ancora oggi, c’è chi pensa che i giochi siano solo intrattenimento e chi crede che si possa utilizzare il format videogioco per una riflessione. Si diceva la stessa cosa della televisione, e prima del cinema e prima ancora del romanzo. C’è una produzione di intrattenimento, è indubbio, e poi ci sono i William Shakespeare e gli Alessandro Manzoni.

Il mezzo di comunicazione videogioco cresce e anche il pubblico piano piano lo farà. La storia vera di Six Days In Fallujah probabilmente sarà un piccolo passo in questa direzione.

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E se nel 2009 ve lo siete perso, vi proponiamo il trailer del gioco nuovo fresco di pixel. A fondo pagina.

 

Valeria Poropat

Sono Valeria e adoro la tecnologia e la parola scritta. Dopo la maturità classica ho studiato lingue presso La Sapienza di Roma e sono specializzata in traduzione e transcreazione. A un anno e mezzo ho incontrato un Commdore 64 e a otto anni ho deciso che avrei fatto la giornalista. Alla fine, ho trovato il modo di mettere tutto insieme e ho scoperto nel mondo dell'informazione tech il mio ambiente naturale. Mi occupo di tutto ciò che è tecnologia, con una predilezione per i videogiochi e le innovazioni che sono in grado di migliorarci la vita.