Battlefield 2042, l’orgine del conflitto: lacrime e sangue – VIDEO

Battlefield 2042 ci ha appena mostrato come potrebbe essere il nostro prossimo futuro attraverso il cortometraggio Exodus. Ansia? A pacchi.

Battlefield 2042, l'orgine del conflitto: lacrime e sangue - VIDEO
Battlefield 2042, l’orgine del conflitto: lacrime e sangue – VIDEO (foto: Youtube)

Premesso che una parte di noi ha sentito un brivido lungo la schiena dato che più che il cortometraggio di presentazione di un videogioco è sembrato di guardare in una palla di vetro. Deve essere quel numero che non è altro che 20 anni da oggi. Deve essere la volontà di ancorare Battlefield 2042 a una situazione credibile frutto di una congiuntura economica estremamente sfavorevole e delle conseguenze dei cambiamenti climatici.

E se pure, come è normale che sia, più la cronologia si avvicina a quel 2042, più quello che Battlefield ci racconta ricorda i film di fantascienza, il pungolo del “può succedere davvero” a noi ancora non si toglie.

Battlefield 2042, nel caos un viso familiare

Cerchiamo di trattare Exodus come qualunque altro prodotto legato ai videogiochi, senza lasciarci trasportare da quello che succede nel mondo. Rilasciato una manciata di ore fa, questo film lungo 10 minuti neanche ha già totalizzato quasi un milione e mezzo di visualizzazioni. E molti si sono subito accorti di un ritorno a sorpresa: Kimble “Irish” Graves che, dismessi i panni dei Marines guida adesso con qualità di comandante il vascello dei Dis-Pat chiamato Exodus.

Lo scopo del cortometraggio, che dobbiamo continuamente ricordarci essere stato fatto in animazione computerizzata e non con riprese dal vivo, serve da introduzione a quello che è Battlefield 2042. Per la prima volta, infatti, nello sparatutto in prima persona non c’è una modalità storia ed è per questo che questi 10 minuti scarsi diventano ancora più importanti.

Con la possibilità, ma solo sulle console nextgen, di organizzare scontri fino a 128 giocatori (chi ha una Ps4 o una Xbox One dovrà accontentarsi di 64 compagni di brigata), la distruzione è pronta a raggiungere livelli veramente epici. I commenti sotto il video sono quasi 15 mila e per la maggior parte ondeggiano tra l’entusiasmo e l’entusiasmo incontenibile.

E a più di qualcuno non è sfuggito il legame profondo che lega 2042 con Battlefield 4, non fosse altro per il ritorno di Irish e Pakowski. Ma perché, qualcuno potrebbe chiedersi a questo punto, preoccuparti di creare un cappello narrativo per giustificare scontri di massa con 128 giocatori? Probabilmente è qualcosa che serve più agli sviluppatori che ai giocatori.

Trovare una cornice coerente per avere un mondo immersivo e realistico in cui nulla è lasciato al caso. Se per esempio, so di avere una storia ambientata dopo la crisi climatica, sfrutterò anche gli eventi climatici avversi per creare ambienti di gioco stuzzicanti nel multiplayer. A quanti giocatori interessa veramente dei Dis-Pat e di Irish? E a quanti, invece, interessa di poter imbracciare di nuovo un fucile e far saltare in aria i nemici?

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DICE, probabilmente, ha deciso di dare ai giocatori esattamente quello di cui hanno bisogno: un ambiente di gioco, realistico e coerente, in cui poi sviluppare con il multiplayer le proprie storie. Un videogioco, quindi, che comincia ad assomigliare sempre più ha una versione adrenalinica e pericolosa di Second Life.

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