Dallo Spazio ci spiano nel dettaglio: ecco cosa sta accadendo che ha dell’incredibile

E’ un controllo effettuato dai satelliti nello Spazio. L’obiettivo é il monitoraggio dei rifiuti sulla Terra, attraverso un sistema computazionale in grado di controllare e di identificare i siti di smaltimento illegali o irregolari, e che dunque producono inquinamento. Il progetto é un connubio operativo realizzato tra la California e Washington, negli Stati Uniti. Scopriamo tutti i dettagli.

Satelliti Rifiuti VideoGiochi.com 20 Gennaio 2023
Fonte: Pixabay – VideoGiochi.com

Come controllare capillarmente i siti di smaltimento rifiuti che producono inquinamento, perché illegali oppure irregolari, senza rischiare di impiegare troppo tempo per le ispezioni o di non riuscire a rilevarne alcuni? Semplice (si fa per dire): dallo Spazio. Attraverso un sistema satellitare in grado di effettuare precise operazioni computazionali per il rilevamento dei siti illegittimi presenti sulla Terra.

E’ l’idea che hanno avuto il Dott. Caleb Kruse ed il Dott. Fabien Laurier, rispettivamente della Earthrise Media, presso Berkeley in California, e della Minderoo Foundation di Washington DC. Insieme ad un team di ricercatori, tecnici ed esperti, hanno deciso di utilizzare le reti neurali come strumento computazionale per analizzare i dati acquisiti dai satelliti.

In questo modo, hanno potuto sviluppare un sistema inedito di studio dedicato esclusivamente ai siti entro cui vengono sversati i rifiuti sul pianeta Terra, prendendo come riferimento satellitare i satelliti Sentinel-2 dell’ESA, l’Agenzia Spaziale Europea. E quello che hanno già potuto dimostrare é senz’altro molto promettente.

I primi risultati ottenuti dal gruppo di ricerca in Indonesia: ritrovato il doppio del numero di siti riconosciuti nei registri pubblici

Satelliti Controllo Rifiuti VideoGiochi.com 20 Gennaio 2023
Fonte: Pixabay – VideoGiochi.com

La prima area di test del gruppo di ricerca guidato dai dottori Kruse e Laurier é stata l’Indonesia. Ed i risultati sono stati davvero eccellenti, perché hanno condotto all’identificazione tramite i satelliti di 374 siti di rifiuti, di cui soltanto meno della metà risultava regolarmente iscritta ai registri pubblici indonesiani.

La ricerca, poi, è stata allargata a tutti i Paesi dell’area sud-est asiatica. In questo caso, il totale dei siti rilevati é stato di 996, ovvero all’incirca il triplo di quelli registrati ufficialmente. I siti fino ad allora “nascosti” e non rilevati, sono stati poi ispezionati ed effettivamente confermati come esistenti e non registrati, dunque abusivi ed illegali.

Ed in un comunicato congiunto, i ricercatori hanno dichiarato: “Per la prima volta, il nostro sistema Global Plastic Watch fornisce a governi e ricercatori di tutto il mondo dati che possono guidare migliori interventi di gestione dei rifiuti, garantendo che gli inquinanti terrestri non finiscano più nei nostri oceani”. Considerato il successo del progetto, ora il team é al lavoro per espanderlo a livello globale.

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