Lo IGDA, International Game Developers Association, è il nuovo partner di ESA, gli organizzatori dell’E3. Il loro lavoro sarà quello di promuovere i developer indipendenti all’evento.
La partnership, nei piani di IGDA e ESA, è un lavoro a lungo termine che andrà oltre questa edizione dell’E3 e anche della prossima. Il suo scopo principale è dare agli indie che sono membri dell’associazione una spinta in più.
C’è tutto un mondo di piccoli o piccolissimi studi di sviluppo nel mondo dei videogiochi. Gran parte della produzione indie, però, non esce da una ristretta cerchia di fan mentre invece si tratta di un serbatoio di creatività inestimabile. E lo IGDA sembra proprio essersene accorto finalmente.
Con l’ESA che ha dovuto reinventarsi tutta l’esperienza per lo E3 di quest’anno, trasformandola in una sorta di expo virtuale esplorabile, la notizia che ci sarà anche più spazio per gli indie non può che farci piacere.
A questo punto non vediamo l’ora di vedere in che modo questa promozione dell’indipendente funzionerà.
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Le dichiarazioni di entrambe le parti che hanno accompagnato la notizia di questa partnership per mettere sotto i riflettori gli independenti durante il prossimo E3 sono sulla stessa lunghezza d’onda.
Il CEO di ESA, Stanley Pierre-Louis, ha così parlato della riorganizzazione dello E3 e dell’inserimento degli indie: “Stiamo re-immaginando lo E3 in una miriade di modi e parte di questo lavoro è impegnarci con gli sviluppatori indie offrendo loro occasioni per aiutarli a presentarsi e a presentare il loro lavoro su un palco globale“.
Tanti indie sognano lo E3, è naturale tendere a essere sullo stesso palco con i grandi nomi con la speranza che qualcuno si accorga di te e ti finanzi. E il ruolo degli indipendenti non è certamente marginale. Pierre-Louis infatti continua: “Gli sviluppatori indipendenti sono una parte critica dell’industria dei videogiochi, e siamo entusiasti all’idea di espandere la nostra offerta per creare per loro occasioni di mostrare il loro lavoro in tutto il mondo“. Le parole di Renee Gittins, executive director dello IGDA, sono pressochè identiche. “Gli indie ci danno storie profonde e una creatività rivoluzionaria che guida il progresso della nostra industria“.
Vogliamo fare l’avvocato del diavolo per un momento e chiederci/vi: Ma non sarà che questa apertura agli indie è dovuta principalmente al fatto che sempre più grossi nomi snobbano le expo per farsi i propri eventi e c’è quindi bisogno di attirare pubblico? E non sarà che il sottobosco degli indie sta crescendo talmente tanto da stare diventando un succulento, diciamo così, terreno di caccia per le associazioni di settore?
Sia come sia, noi siamo fan di tutti i giochi grandi e piccoli. E pià siamo e meglio stiamo.
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