I videogiochi e la scarsa considerazione del ruolo materno

Joel prende la testa di sua figlia fra le mani, pregando che stia bene. “Coraggio piccola, ti prego”. Lei era calma. “Non farmi questo piccola, non farmi questo bambina mia”.

Questa scena, come potrete intuire dal nome Joel, è tratta dal famoso gioco The Last of Us ed è rappresentativa di quello che vogliamo farvi notare: nei videogiochi c’è una considerevole carenza di personaggi materni.

Con questo intendiamo dire che, fra i personaggi, le madri sono spesso figure secondarie, non sono personaggi giocabili, si limitano a stare a casa e spesso non compaiono nel gioco se non sotto forma di messaggio o racconto. Raramente troviamo figure materne attive nella storia del gioco in modo paragonabile a quelle paterne, come Joel. I padri assumono il ruolo di protettori della famiglia, si occupano della salvaguardia dei figli e della moglie, spesso passiva.

Non stiamo parlando di figure femminili per forza alla Sarah Connor o Ellen Ripley, no. Non sarebbe male vederne una ogni tanto, questo è certo, ma non è necessario essere addestrate militarmente per avere un ruolo importante nella storia di un videogame.

Da sempre, in situazioni estreme, le madri dimostrano di avere una forza incredibile e inesauribile nel proteggere i figli ma, purtroppo, pare che nei videogiochi non si tenga molto conto di questo aspetto del tutto naturale. Forse, in effetti, strutturare un personaggio femminile credibile e forte è molto più difficile rispetto a uno maschile… e ovviamente c’è da considerare come spesso le ambientazioni dei videogame non siano naturalmente associabili a personaggi femminili. Basti pensare al numero di militari donne in percentuale rispetto agli uomini, o a come sia più facile che un uomo sappia usare le armi rispetto a una donna. Ma, in effetti, sarebbe molto bello vedere più figure materne forti e tenaci nella storyline dei nostri videogame preferiti, se non altro perché tutto sarebbe più realistico.

Fonte: polygon

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