Installa famoso videogioco, gli si rompe PC: la strana storia

Una storia raccontata da una collega, che ha tutta la nostra solidarietà, con al centro un videogioco molto famoso che ha fritto non una ma due volte il PC e che dimostra come certe volte i developer non ci prendono.

Non ci prendono neanche per sbaglio. Perchè la sequela di cerchi di fuoco che la nostra collega ha dovuto attraversare per poter fare anche solo una partita e poi trovarsi punto a capo con una macchina andata gambe all’aria è la dimostrazione che per quanti playtest si possano fare la compatibilità totale e completa con tutte le configurazioni possibili di PC non è possibile.

Installa famoso videogioco, gli si rompe PC: la strana storia
Installa famoso videogioco, gli si rompe PC: la strana storia (foto: Unsplash)

Il racconto fatto da Claire Jackson di Kotaku potrebbe far pensare che giocare su console sia meglio. E certe volte lo è. Soprattutto quando i developer sono a conoscenza di alcuni bug che costringono ad azioni drastiche e i bug sono ancora lì ad anni di distanza dalle prime segnalazioni.

Valorant ovvero il videogioco maledetto

Leggendo il resoconto di come Claire abbia provato a installare Valorant sul suo pc, si sia trovata a dover mandare la macchia in assistenza a causa di un problema con il sistema anticheating, abbia riprovato a giocare, incontrato altri problemi e alla fine mollato per la sua sanità mentale ricalca, purtroppo, i racconti di tanti altri giocatori online del prodotto Riot che aspettano ancora che alcuni bug vengano risolti.

Installa famoso videogioco, gli si rompe PC: la strana storia
Installa famoso videogioco, gli si rompe PC: la strana storia (foto: Youtube)

Valorant richiede un TPM, un trusted platform module. Una sigla che nasconde un modulo che di solito viene usato solo al momento dell’installazione del sistema operativo e che il videogioco Riot va a sfrugugliare consumando risorse. Tante risorse. Risorse che la macchina di Claire aveva e che, nonostante fosse nuova fiammante è finita in assistenza e tornata a casa con CPU e GPU nuove.

Il secondo tentativo con Valorant è andato meglio e la collega di Kotaku racconta di come sia riuscita a fare una partita (una partita lunghissima). Per poi trovarsi con il gioco che occupava oltre due tera di spazio. Uno dei famosi “known issues” di cui Riot è a conoscenza e che porta Windows a leggere diverse volte la cartella che contiene il gioco come se fossero diverse cartelle, moltiplicando quindi lo spazio occupato. L’unica consolazione è stata, come per tanti altri videogiocatori, scoprire che su Reddit ci sono diversi thread di persone disperate. Ma, e questo lo chiediamo noi, a due anni dall’uscita non c’è stato neanche un momento per controllare che cosa succede al gioco viste le segnalazioni?

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