Un’altra storia promettente che termina con una tragedia incredibile: è appena stato annunciato l’ennesimo videogioco cancellato e che non vedremo mai.
Spesso si sottovalutano le difficoltà immani che nasconde lo sviluppo di un videogioco. Parliamo infatti di un’opera importante e complessa, composta da tantissime parti che devono funzionare bene su un numero importante e molto differenziato di hardware. Anche senza scomodare i grandi tripla-A con un budget gigantesco, anche un semplice indie è comunque caratterizzato da tante parti e pezzi che devono incastrarsi alla perfezione.
Basta pochissimo per far andare tutto alle ortiche e vedere un progetto anche importante e con tanto potenziale cadere rovinosamente e sgretolarsi in mille pezzi. I soldi che finiscono o non arrivano mai, il chiacchiericcio che non si innesca, il lancio di altri titoli vicini, simili o migliori. E ancora problemi nel rispettare le scadenze e addirittura continui cambi nel processo di sviluppo.
Qualcosa di simile è successo con il sequel di un videogioco piuttosto apprezzato, a cui però sembra dovremo dire addio ufficialmente dopo l’annuncio drammatico del team di sviluppo.
Cancellato un importante sequel di un videogioco
Il gioco in questione si chiama Dreamsettler e avrebbe dovuto portare avanti quanto in tanti hanno giocato e apprezzato nel gioco precedente, ovvero Hypnospace Outlaw. E’ molto complesso spiegare esattamente di che esperienza si tratti data la complessità e l’unicità di quella che sarebbe dovuta essere una saga.
Ambientato tra il 2003 e il 2005 in un universo parallelo, Dreamsettler avrebbero dovuto mettere il giocatore nei panni di un investigatore privato che opera su Sleepnet. Questo viene descritto come il posto dove i sogni vengono creati, spesso anche con aiuti esterni.
Nel pratico l’esperienza è una sorta di simulazione del primo internet in cui dovremo risolvere casi che vanno dalla ricerca della ricetta di una strana zuppa alle cospirazioni mondiali che mettono in dubbio la stessa realtà, scaricando app, minigiochi e navigando tra le tante pagine di ricerca.
“Questa volta avevamo un budget, abbiamo cercato di pianificare il gioco più o meno dall’alto”, ha rivelato in un video il creatore Jay Tholen, che però ha rivelato come le cose non siano andate benissimo anche perché non è riuscito a rispettare questo schema così rigido e quasi industriale di produzione videoludica.
“A causa di quei soldi in ballo era necessario seguire questo programma, e non ho mai realizzato con successo un gioco basato su un documento di progettazione“, ha detto. Ricordiamo poi che CDPR ne ha piene le tasche di una polemica su The Witcher 4.
“In un team normale, dove non c’era qualcuno che doveva lavorare in modo strano, avrebbero finito questo gioco e sarebbe stato fantastico, ma io non sono riuscito a farlo funzionare, capite?”, ha rivelato a cuore aperto. Un mea culpa e un video di scuse che ha colpito i fan del primo titolo, che a questo punto resterà tale per sempre.