Muore suo figlio e si avvicina a World of Warcraft per capire cosa lo appassionava

Gli utenti appassionati di videogiochi sono numerosissimi e, in particolare quando si tratta di MMORPG, si formano delle vere comunità; è il caso del gioco protagonista della vicenda di cui vogliamo parlarvi, che è anche il MMORPG più popolare di tutti: World of Warcraft.

Nonostante WoW sia cambiato molto negli anni e l’approccio sia considerevolmente facilitato rispetto al passato, resta un gioco piuttosto complicato per chi non si è mai avvicinato al genere. In WoW ci sono diverse razze e classi, innumerevoli magie e abilità, città, luoghi, creature… le sue caratteristiche lo rendono un gioco coinvolgente ma, in alcuni casi, può essere difficile ambientarsi.

È il caso di un uomo di circa 55 anni che, pochi giorni fa, ha pubblicato un messaggio su Reddit che ha iniziato a fare il giro del web. Lui sicuramente non si aspettava una tale reazione, ma leggendo il messaggio non è difficile capire le ragioni:

“Sono un po’ vecchio (ho superato i 50) e mio figlio giocava moltissimo a WoW mentre era in convalescenza dopo essere stato colpito da un colpo di mortaio in Iraq. È deceduto di recente e così io ho deciso che volevo connettermi con aree della sua vita che non avevo mai compreso. WoW è una di queste aree, ma sono completamente sopraffatto in questo momento. Ho guardato un video di YouTube e ho deciso che le Instance sembravano divertenti, così ho provato a fare due dungeon questo fine settimana. Chiunque sia il druido che continuava a resuscitarmi – grazie. Mi sono divertito molto. Ora so cosa era scattato in mio figlio, e la stessa cosa ha fatto click in me. Voglio continuare a giocare, ma in questo momento mi sento come un peso per qualsiasi gruppo tanto sfortunato da trovarsi in party con me. Ci sono delle guide che insegnano come non fare schifo? Come personaggio sto usando un Warlock Destruction. Ho fatto qualche ricerca su Google, ma escono moltissimi annunci pubblicitari e quindi sono un po’ timoroso. Da dove diavolo posso cominciare?”

Sono moltissimi gli utenti Reddit che hanno risposto all’appello del giocatore, compresa un’impiegata Blizzard. In molti hanno fatto le loro condoglianze, ma non solo: sono stati davvero tantissimi i consigli e gli incoraggiamenti, a partire proprio dall’impiegata Blizzard, che ha consigliato alcuni siti con guide del gioco.

In molti hanno consigliato all’uomo di non preoccuparsi troppo delle sue capacità in gioco, gli hanno detto di continuare a provare senza pensarci troppo e di non farsi problemi sui componenti del suo gruppo. In molti hanno raccontato esperienze personali a supporto, ad esempio un utente ha raccontato di aver giocato a WoW con il figlio per molto tempo: quando il gioco è stato pubblicato i due avevano rispettivamente 35 e 13 anni, e giocare insieme ha consentito di formare un legame profondo nonostante ora, a 23 anni, il figlio viva fuori casa e non giochi più online.

Un utente non si fa problemi a dire che non crede sia giusto non interessarsi, ma che sarebbe molto meglio parlare chiaramente ai membri del party in modo che i più capaci possano aiutare, ricordando che molti giocatori di vecchia data non hanno problemi ad aiutare i meno abili.

Nonostante in tutti i giochi simili sia facile assistere a episodi di “nonnismo” nei confronti degli utenti più recenti o dei meno bravi, allo stesso tempo ci sono tante persone disposte ad aiutare, e tante che hanno vissuto esperienze simili e molto coinvolgenti.

Un’altra cosa molto importante resa evidente dalla vicenda è avere un’ulteriore prova di come un videogioco possa essere molto più di uno svago superficiale. In questo caso (e sicuramente in molti altri) WoW rappresenta un modo per avvicinarsi a un proprio caro, altre volte può essere utile per costruire un rapporto affettivo solido mentre altre ancora, come vi abbiamo raccontato in un articolo alcuni mesi fa, può essere perfetto per svagarsi durante una estenuante lotta contro il cancro.

Tutte queste testimonianze aiutano a rispondere a chi, ancora oggi, dichiara: “Sono solo videogiochi”.

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Fonte: kotaku

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