Playstation Plus, Sony cambia le regole per i giochi sopra i 30 euro

Ci sono delle notizie che riguardano Sony e il nuovo PS Plus, nello specifico nella sua versione Premium. Notizie che riguardano in particolare quei videogiochi che, per volere degli sviluppatori, hanno un prezzo di vendita superiore ai 30 euro.

Dobbiamo ancora decidere se queste notizie sono in qualche modo positive o negative. Probabilmente per i videogiocatori si tratta di notizie positive ma per chi sviluppa videogiochi potrebbe non essere così. E’ tutta una questione di punti di vista.

Playstation Plus, Sony cambia le regole per i giochi sopra i 30 euro
Playstation Plus, Sony cambia le regole per i giochi sopra i 30 euro (foto: Sony)

All’inizio si trattava di un rumor che si è poi trasformato in una notizia pressoché confermata e che arriva in realtà a circa un mese dalla presentazione ufficiale della risposta PlayStation al Xbox Game Pass. Tra i tre livelli di abbonamento previsti ce n’è uno, il Premium, che offre ai giocatori una pletora di contenuti. Contenuti che però in qualche modo vanno prodotti.

Sony PlayStation Plus, un problema di comunicazione

Il livello di abbonamento più costoso per i possessori di una console PlayStation è denominato PS Plus Premium e comprende, oltre alla possibilità di giocare con giochi per PlayStation 5 e PlayStation 4 anche una collezione di giochi provenienti dalle epoche precedenti di PlayStation e, a differenza degli altri due abbonamenti, permette in più di avere la possibilità di provare per un tempo limitato i nuovi giochi in arrivo.

Playstation Plus, Sony cambia le regole per i giochi sopra i 30 euro
Playstation Plus, Sony cambia le regole per i giochi sopra i 30 euro (foto: Twitter)

Tutti ci eravamo chiesti quali sarebbero potuti essere i giochi inclusi in questa sezione che potremmo definire di demo a tempo. La risposta è che tutti i giochi che saranno venduti a un prezzo superiore ai 30 euro dovranno avere una demo di due ore disponibile. Non ci sarebbe nulla di male se non fosse che nessuno ha avvertito per tempo gli sviluppatori.

Su Twitter dove la notizia è rimbalzata ovviamente tanti si sono indignati soprattutto perché l’idea di dover creare un contenuto di due ore significa per gli sviluppatori lavoro in più. Ma, sempre da Twitter, arriva la notizia che non dovrebbero essere gli sviluppatori a creare questi contenuti ma saranno i team interni del PlayStation Store. La questione si è quindi spostata su un altro piano del pensiero: i team interni di PlayStation devono avere accesso al codice sorgente del gioco in maniera tale da poterne tirare fuori una demo da due ore, il che significa che gli sviluppatori stanno offrendo a Sony il loro lavoro in toto e senza filtri, e in più i team di sviluppo originali non riceveranno nessun compenso per questo elemento aggiuntivo. Certo, non facendo loro il lavoro qualcuno sul social dell’uccellino azzurro si domanda perché si lamentino di non ricevere denaro in cambio.

Ma c’è anche chi fa notare che questa idea delle demo a tempo serve in realtà fondamentalmente più a Sony che agli sviluppatori: la società ha infatti promesso ai propri utenti che sceglieranno l’abbonamento più costoso tutta una serie di servizi esclusivi. E adesso devo trovare il modo di avere questi contenuti. E quando ci saranno questi contenuti ovviamente ci saranno maggiori possibilità di aumentare il numero degli utenti portando da ultimo soldi nelle casse di PlayStation. Guardando da un’altra prospettiva potremmo dire che la demo da due ore permette anche agli sviluppatori di far vedere i propri contenuti. E quindi potenzialmente portare anche più soldi nelle loro casse (al netto della percentuale che Sony trattiene).

Quello che agli sviluppatori non sta piacendo è il modo in cui questi requisiti, perché sono requisiti obbligatori per avere il gioco su PlayStation Store, sono comunicati ai diretti interessati in pratica a un mese dalle prime prove ufficiali del nuovo PS Plus Premium, che debutterà in Asia e in alcune zone limitate degli Stati Uniti.

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