Nuova proposta di legge contro i videogiochi, scoppia la polemica

I videogiochi continuano ad essere al centro della discussione politica globale. Sono sempre più i governi nazionali che cercano in qualche modo di irregimentare il fenomeno del gaming.

Le preoccupazioni sono le più diverse e anche se è bene trovare sistemi per cui i videogiochi non diventino pericolosi soprattutto per i più piccoli, alcune decisioni sembrano frutto più dell’isteria di massa che di uno studio ponderato del mezzo espressivo in questione. L’aspetto interessante di ciò che sta succedendo riguarda però non solo la proposta di legge ma anche la reazione di molti team di sviluppo che hanno pubblicamente scritto per supportare il loro punto di vista e allo stesso tempo trovare una soluzione che dia al governo gli strumenti per gestire al meglio proprio il rapporto di giocatori e giocatrici più piccoli con i videogiochi.

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Game Over (videogiochi.com)

La proposta che ha sconvolto l’industria viene dal governo indiano che sembra soffrire di una visione decisamente contrastante. Da una parte ci sono le parole di supporto del primo ministro Narendra Modi che si augura che vengano prodotti più videogiochi ambientati in India e che raccontino il folklore del Paese e dall’altra poi ci sono queste proposte di legge e i ban frutto di punti divista decisamente più miopi.

Videogiochi e gioco d’azzardo sono la stessa cosa?

Mettendo sullo stesso piano quello che accade nei videogiochi e quello che succede quando si gioca d’azzardo si mettono sullo stesso piano prodotti che hanno differenze estremamente profonde. Questa la convinzione dei 44 team di sviluppo indiani e società che si occupano di eSports che hanno firmato una lettera con cui si oppongono alla proposta del governo del Paese di mettere sullo stesso piano e quindi regolamentare nello stesso modo videogame e giochi d’azzardo online: “non è né accurato né giusto per entrambe riunirle insieme nella stessa cornice legislativa dato che c’è bisogno di misure distinte anziché provvedimenti generici per affrontare le circostanze specifiche delle rispettive industrie“.

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PUBG (videogiochi.com)

Per chi si trova a lavorare con i videogiochi è facile trovare la distinzione con i giochi d’azzardo online. L’unico aspetto che accomuna le due entità è che entrambe fanno uso dei computer per produrre stringhe di codice. Ma se da una parte le stringhe di codice, il lavoro degli artisti e degli autori e dei produttori dà vita a una forma di intrattenimento digitale, dall’altra tutto viene studiato per portare l’utente, a prescindere da quella che sia la sua età, a spendere denaro senza ricavare in realtà niente di più di qualche scarica di adrenalina.

I videogiochi non sono il pericolo

Da parte dei team di sviluppo indiani emerge una lungimiranza che il governo del Paese dovrebbe adottare. Perché i developer, oltre a cercare di sottolineare che non è sensato mettere il gioco d’azzardo e i videogiochi all’interno della stessa definizione per poterli tenere sotto controllo, sono anche consapevoli che c’è bisogno di dare strumenti in grado di salvaguardare soprattutto i più piccoli e hanno quindi offerto al governo una serie di idee. Una fra tutte quella di istituire un sistema PEGI specifico per il Paese in modo da poter decidere autonomamente il range di età cui offrire i prodotti.

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