Roma: 16enne arrestato per comportamenti violenti; i videogiochi ancora sotto accusa

A Roma un ragazzo 16enne è stato arrestato dalla Polizia per aver picchiato i suoi familiari; il ragazzo è stato poi sottoposto a custodia cautelare e collocamento in un centro di recupero minorile.

Secondo le indagini e i racconti della famiglia, il ragazzo aveva di solito comportamenti normali oltre che un buon rendimento scolastico ma, nell’ultimo periodo, si era isolato ed era diventato decisamente scontroso e irascibile.

La motivazione sembrerebbe essere dovuta al fatto che il ragazzo aveva sviluppato una “dipendenza da videogiochi violenti”, a cui si dedicava tantissime ore al giorno con il suo smartphone.
Il ragazzo avrebbe di conseguenza trascurato la scuola, ribellandosi ai genitori con atteggiamenti violenti al loro rifiuto di soldi per le ricariche telefoniche, con le quali era intenzionato ad acquistare contenuti aggiuntivi per il gioco.

Ci infastidisce come ancora una volta siano i videogiochi ad essere sotto accusa, facile capro espiatorio per vicende spiacevoli di questo tipo in cui non si sa bene a cosa dare la colpa.

In risposta a questo fatto di cronaca, alla nostra attenzione giunge inoltre anche un comunicato del Moige (Movimento Italiano Genitori.) L’associazione chiede con urgenza a Roma, un provvedimento legislativo nel settore dei videogiochi:

“Serve al più presto una norma che regoli la vendita dei videogiochi 18+ ai minori, ma al contempo è necessaria una presa di coscienza da parte di tutte le componenti del tessuto sociale: istituzioni, rivenditori e società civile devono sentire il tema dell’accesso dei minori ai videogames 18+ una questione di responsabilità condivisa non più procrastinabile”.

Non riteniamo giusto che venga imposto dalla società un totale divieto nei confronti dei videogiochi.
Grazie al libero accesso a internet e alla televisione, i ragazzi più giovani possono accedere tranquillamente a tantissimi altri contenuti non adatti alla loro età.
In questo contesto è quindi per noi giusto che debbano essere i genitori, in quanto tutori, a verficare i contenuti di cui il figlio è in possesso.

Fonte: Corriere della Sera, Moige

 

 

 

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