Star Wars Battlefront 2 si aggiorna con una patch ma è un disastro

Ricordate Battlefront 2? Non intendiamo il recente titolo rilasciato dagli studios del colosso californiano Electronic Arts: parliamo di Star Wars Battlefront 2 targato LucasArts, pubblicato successivamente su Steam. Di recente, è stato rilasciato un hotfix appositamente studiato per incrementare la quality of life di tutti gli utenti ancora online su questa vecchia gloria del gaming.

In particolare, l’aggiornamento verteva sull’aggiungere pieno supporto all’uso del gamepad su Steam, feature finora rimasta fra i grandi assenti all’interno del gioco, e sul migliorare la risoluzione dei testi dei vari menu in modo che risultassero più belli su schermi a grande risoluzione. Purtroppo, però, come spesso accade, non tutto va sempre secondo i piani e la patch è finita con l’introdurre problemi che hanno suscitato l’ira degli utenti dei forum di Steam.

Battlefront 2: qualcosa è andato storto

Le proteste degli utenti sono le più disparate: tra menu che escono fuori dai limiti dello schermo al completo reset della mappatura dei comandi, sembra che l’aggiornamento abbia rotto più cose di quante ne abbia realmente sistemate.

Risulta curioso, inoltre, che un titolo come Battlefront 2, che ormai si può definire autentico retrogaming, dati i suoi 16 anni di età, riceva ancora aggiornamenti e attenzioni. In generale, si poteva dire che il titolo fosse praticamente perfetto; le uniche pecche risultavano spigoli da limare, per lo più riguardanti la quality of life del giocatore, o, in generale, piccoli accorgimenti che ottimizzassero a meglio il codice per fare in modo che il gioco funzionasse alla perfezione anche sulle macchine moderne, con le nuove schede video e le nuove periferiche.

Nonostante l’evidente errore commesso nel progettare la patch, risulta positivo non solo che esista ancora attività e attenzione per un titolo di 16 anni fa ma anche che gli sviluppatori dimostrino cura per i propri prodotti, senza abbandonarli, a distanza di anni, facendo in modo di non assecondare la bulimica esperienza di consumo che sembra contraddistinguere il mercato da qualche tempo a questa parte.

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