TRIGGERED – Destiny è nazista, secondo chi è davvero pericoloso

Triggered è l’appuntamento settimanale in cui parliamo di una news non proprio entusiasmante, riflettendo con toni polemici. Di lunedì.

Destiny 2
TRIGGERED – Destiny è nazista e altre sciocchezze del web

In questo appuntamento non proprio piacevole, di un ennesimo lunedì tutt’altro che soddisfacente esamineremo un’altra notizia piuttosto problematica uscita nella settimana precedente. Che ci ha triggerati. Oggi  parliamo di quello che è accaduto all’inizio della scorsa settimana, e che probabilmente è andato a finire nel dimenticatoio. Tra il Nintendo Direct e lo State of Play di Sony, con tanti annunci e altri argomenti, che pure un po’ ci hanno triggerato, non possiamo non prendere in considerazione qualcosa che a nostro parere è molto più grave. Parliamo della diatriba che ha visto tantissimi utenti del web iniziare ad attaccare ed inveire contro Bungie. L’accusa non è assolutamente da confezionare alla leggera, anzi. Ma la rete è anche questo: persone che si riuniscono e senza assolutamente alcun motivo chiamano “nazisti” gli sviluppatori di una software house. Senza motivo, ovviamente.

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TRIGGERED – Destiny è nazista, il web ha deciso

Destiny 2 Blood and Honor (screenshoot)

Il problema è nato quando Destiny 2 ha messo a disposizione una nuovissima sfida settimanale, come spesso accade, sulle proprie piattaforme. Una sfida da completare nel weekend, per spingere la nutrita community, che anni dopo il rilascio del gioco continua a spendere tempo e appassionarsi per ogni piccola novità, a sfidarsi con rinnovato vigore. Il nome della sfida, che non brilla certamente per fantasia ma è certamente efficace, è, o meglio era “Blood and Honor”. “Sangue e onore”, niente di particolare. E invece internet, o meglio una parte dell’enorme web, malata e sempre pronta ad aggrapparsi a qualunque cosa per fare polemica, nel nome di un perbenismo estremo e contraddittorio, non ci ha messo troppo ad accendere la polemica. “Sangue e Onore”, in tedesco “Blut und Ehre”. Era questo uno dei motti della Gioventà Hitleriana. In tantissimi hanno accusato Bungie di aver messo un motto nazista nel gioco e quindi di essere una compagnia nazista, antisemita, razzista ecc ecc.

Contesto è la parola chiave, il pericolo siete voi

Chiariamo che la redazione di Videogiochi condanna assolutamente chi si macchia di questi comportamenti e di questo modo di pensare che è malsano, vetusto e ampiamente condannabile e condannato. Non possiamo però non essere infastiditi dalla stucchevole polemica, con tanto di scuse ufficiali di Bungie. “Sangue e onore” non è certamente qualcosa che ci fa pensare alla Germania Nazista. Chissà quante volte sui campi di battaglia, e persino quelli sportivi, queste due parole sono state unite, vengono unite e verranno unite. I Cabal di Destiny 2, guerrieri fieri e votati all’onore, come gli spartani per fare un solo esempio, godono nel far scorrere il sangue dei nemici e nel lottare fino alla morte, con onore. Il fatto che ci sia una coincidenza con un motto di una dei rami dell’organigramma nazista non può di certo portare alla condanna di Bungie. Il contesto è la chiave per comprendere tutto, per analizzare ogni fenomeno. Senza prendere in considerazione il contesto, si fanno degli errori pesanti e si finisce col censurare delle persone.

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Se la sfida si fosse chiamata “Heil Hitler”, certamente non ci sarebbero stati dubbi sull’eventuale malafede degli sviluppatori. Ma “onore e sangue” sono concetti, parole, terminologie che in campo bellico e non solo vengono costantemente ripetute. Restando in tema, Adolf Hitler negli ultimi anni della sua vita si convertì ad una dieta vegana. Vi pare abbastanza per dire che tutti i vegani di oggi sono nazisti? Assolutamente no, sarebbe folle. Quindi quanto accaduto alla povera Bungie, inutilmente bersagliata, non solo è stupido, ma getta anche l’ennesimo pericoloso precedente di un “pubblico” e di un “volere della rete” che continua ad essere accontentato. Anche al costo di fare cose senza senso, ed è questo il vero pericolo.

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