Apple Watch salva la vita a una bambina di 12 anni: scopre di avere un tumore grazie al monitoraggio della frequenza cardiaca

Una storia, l’ennesima, che mette al centro Apple Watch e la sua capacità di prevedere problemi di salute più o meno gravi. Oggi riportiamo la storia di una bambina di 12 anni che, grazie al dispositivo al polso, ha scoperto di avere un tumore.

Apple Watch salva la vita di una 12enne
Apple Watch salva la vita di una 12enne

Si chiama Imani Miles, ha 12 anni e, oggi, può dire di essere viva e in salute anche grazie al suo Apple Watch. Il modello di smartwatch della mela morsicata, indossato dalla adolescente, è stato in grado di captare alcuni segnali preoccupanti nella sua frequenza cardiaca. A raccontare la storia, la madre di Imani, che ha da subito notato le numerose segnalazioni dell’Apple Watch indossato dalla figlia: “Era davvero strano, perché non era mai successo prima. Continuava a suonare“, ha detto la madre, intervistata per raccontare la storia a lieto fine.

Dopo una sequenza di avvisi divenuta “preoccupante”, la madre della ragazzina ha deciso di portare la figlia in ospedale, per approfondire la questione. In quel momento la scoperta: la bambina si è dovuta sottoporre ad un’operazione per l’asportazione dell’appendice, a causa di una appendicite in corso. Ma la storia, seppur dai connotati preoccupanti, non è finita qui, anzi.

Dopo l’asportazione dell’appendice la scoperta shockante

Apple Watch salva la vita di una 12enne
Apple Watch salva la vita di una 12enne

Dopo aver asportato l’appendice, i medici hanno notato un tumore su quest’ultima. Ovviamente la bambina si è immediatamente sottoposta ad altri esami e accertamenti, per sincerarsi delle condizioni di salute generale: da qui la scoperta shockante. Il tumore si era già diffuso in altre parti del corpo. Cosicché i medici hanno, nei giorni seguenti, operato un’altra volta Imani asportandole un cancro tramite intervento chirurgico.

Se non fosse stato per le continue segnalazioni di Apple Watch, spiega la madre, probabilmente sarebbe passato molto più tempo prima di scoprire il “mostro” che stava divorando dall’interno l’adolescente. Insomma, un’attesa più lunga che sarebbe anche potuta essere fatale per Imani, che invece oggi è qui per poter raccontare la sua storia.

Se non avesse avuto quell’orologio, sarebbe potuta andare molto peggio“, ha raccontato la madre.

Come sempre, gli smartwatch non si sostituiscono alla diagnosi di un medico, ma possono essere campanelli d’allarme utilissimi e, come in questo caso, fondamentali per scoprire per tempo malattie che possono, in alcuni casi, risultare fatali. La combinazione degli strumenti di auto-diagnosi come Apple Watch e l’esperienza dell’uomo risultano, ancora una volta, fondamentali nella prevenzione e cura di patologie più o meno gravi.

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