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Ecco Qwop: il rage game che mette a dura prova il machine learning

Qwop è il videogioco più difficile, se non uno tra i più difficili, che mette in difficoltà diversi giocatori hardcore. Dopo che un umano è riuscito a completarlo, chissà quali “magnifiche sorti e progressive” riserva il campo della IA. I risultati, sono leggermente diversi dal previsto.

Fonte: “Qwop”

Non si sa se l’avvento dei rage-games sia arrivato in concomitanza con il fenomeno del gameplay in tempo reale o ne sia una diretta conseguenza. I titoli famosi per instillare la rabbia e la frustrazione nella persona che osa giocarci sono molteplici: possiamo pensare al famosissimo Cat Mario o anche al più recente Getting Over It, dove il minimo errore può catapultare il giocatore all’inizio del livello. Oggi parliamo di Qwop, un simulatore di corsa piuttosto peculiare.

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Qwop: correre non è mai stato così complicato

Qwop, riconosciuto come uno dei giochi più difficili in circolazione, mette alla prova una IA. Anche grazie al machine learning, la IA non riesce ad eguagliare il record del mondo, che rimane stretto nelle mani di un giocatore in carne ed ossa.
Fonte: “Qwop”

In Qwop saremo chiamati a completare un tracciato, più nello specifico la corsa dei 100m. Cosa c’è di difficile? Il giocatore non pilota il corridore ma 4 diversi muscoli delle sue gambe. I controlli stabiliscono anche il nome del gioco (infatti, il personaggio si muove premendo i tasti “Q”, “W”, “O” e “P”) e, per questo, coprire la distanza di 100m è molto più difficile del previsto, dato che il giocatore dovrà scontrarsi con le leggi della fisica, come inerzia e gravità, oltre che con dei comandi concettosi e volutamente artificiosi.

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Completare il gioco non è per nulla semplice e, infatti, dopo che l’essere umano è riuscito a completarlo, la prospettiva di sottoporlo ad un’intelligenza artificiale faceva schizzare in alto le aspettative, data la potenza e la sofisticatezza che questi mezzi possono raggiungere. È qui che interviene Wesley Liao, che ha provato a sottoporre Qwop ad una IA che apprendesse mediante una serie di tentativi tramite machine learning. 

L’esperimento ha condotto Liao a fare in modo che la sua IA riuscisse effettivamente a raggiungere il traguardo ma, d’altro canto, la meraviglia e le aspettative a cui le intelligenze artificiali ci hanno abituato non sono pienamente ripagate. Pur avendo sottoposto all’algoritmo video di gameplay eseguiti correttamente, il miglior tempo ottenuto dalla IA è di 1 minuto e 8 secondi, ben più in basso del primato mondiale di 48 secondi.

Bisogna, però, precisare che siamo ragionevolmente agli albori di questo genere di tecnologia e, per quanto molti casi alzino le nostre aspettative, si deve tener conto che si tratta di una disciplina estremamente complessa che si evolve ogni giorno. Se volete cimentarvi nel gioco, seguite questo link.

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Stefano Sacchi

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