Videogiochi non fanno male, anzi: lo studio di Oxford

I videogiochi fanno male o no? Una domanda atavica, che da sempre permea l’ambiente e le discussioni in merito. Oxford vuole rispondere.

I videogiochi fanno male. Questa è uno degli attacchi più vecchi destinato a questo passatempo diffusissimo in tutto il mondo. Parliamo di un’accusa che da decenni le case di sviluppo e soprattutto i giocatori più giovani hanno dovuto fronteggiare e subire nel corso degli anni. Un passatempo come un altro, infatti, sembra sempre più spesso essere la causa di tutti i mali, accusata da una generazione di persone che probabilmente non è ancora pronta alle libertà assolute che il mondo videoludico mette a disposizione. E per questo motivo, mentre un film violento o un libro scabroso non avrebbero una ripercussione sui comportamenti delle persone, sostengono ipocritamente queste persone, i videogiochi sì. Sparare con un controller in mano, secondo i primi studi non proprio neutrali su questa tecnologia, avrebbe quasi certamente portato il giocatore a sparare anche nella realtà. Ma i videogiochi fanno veramente male? 

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Videogiochi non fanno male, anzi: lo studio di Oxford

Sebbene entrambe le posizione estremiste, che non aprono al dialogo, siano poco produttive, è bene ricordare che gli studi che confermano gli effetti positivi dei giochi crescono di anno in anno. In questo momento è la prestigiosa Oxford University di Inghilterra a star pendendo verso gli effetti positivi dei videogames. In uno studio che l’università ha condotto su dei videogiocatori, si è riscontrato un aumento della gioia e del benessere generale. I giocatori osservati erano impegnati con delle lunghe sessioni di Animal Crossing: New Horizons e Plants vs. Zombies: Battle for Neighborville. Gli effetti riscontrati, si legge, sono del tutto positivi, ma servono ancora diverse osservazioni per formalizzare un vero e proprio risultato.

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