Battlefield 2042 è gratis, l’annuncio ha spiazzato tutti facendo aumentare in modo netto il numero dei giocatori presenti sui server.
Sarebbe dovuto essere il gioco che avrebbe riportato la saga ai fasti di un tempo, e invece così non è stato. Affatto. Come vi abbiamo raccontato anche nella nostra videorecensione, il titolo appare molto lontano da quello che per molti avrebbe dovuto significare. Spesso si assistono a dei momenti che in tantissimi definiscono cringe, come le frasi ad effetto a fine di ogni partita, in cui, dal punto di vista strettamente della lore del gioco, si è appena assistiti ad un massacro di combattenti che lottano per ciò che resta del mondo. 
Questo effetto di dissonanza con l’intelaiatura del gioco e questo continuo ammiccare a titoli come Fortnite e ad un’utenza più giovane e disinteressata, non ha di certo soddisfatto i fan di lunga data che, anzi, hanno iniziato ad abbandonare il videogioco in massa. E sono giorni che Battlefield V è più giocato di Battlefield 2042.
Forse anche per questo motivo oggi Battlefield 2042 diventa gratis.
Battlefield 2042 gratis per tutto il weekend
Probabilmente per cercare di aumentare in modo netto il numero di giocatori presenti sui propri server e anche fare un po’ di pubblicità ad un titolo che non sta andando proprio bene, EA e Xbox hanno trovato un accordo importante. Da questo preciso istante, infatti, Battlefield 2042 entra a far parte dei Free Play Days. 
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Questo significa che per tutto il weekend chi gioca su Xbox Series X, S o One potrà scaricare e usare in modo assolutamente gratis Battlefield 2042. Il gioco è gratuito per tutta la durata del weekend, permettendo a chi non lo ha comprato o chi è deluso dalle recensioni di poterlo provare con mano e comprendere meglio se il gioco è nelle proprie corde o meno. E magari capire se è meglio di CoD Warzone, che abbiamo analizzato con questa guida.
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Certamente un’offerta che non possiamo che consigliarvi di cogliere e anche immediatamente se avete una Xbox Series X, S o One. E magari farvi una vostra idea sul titolo, tra i più controversi dell’anno scorso.