Continua il caos in Ubisoft, nuova protesta dei lavoratori

I lavoratori di Ubisoft che fanno parte del gruppo ABetterUbisoft tornano a farsi sentire con una nuova petizione in reazione a quelli che definiscono “100 giorni di silenzio”.

Continua il caos in Ubisoft, nuova protesta dei lavoratori
Continua il caos in Ubisoft, nuova protesta dei lavoratori (foto: youtube)

La questione all’interno del colosso francese continua a essere quella delle condizioni di lavoro in particolare delle condizioni di lavoro delle donne e di alcune minoranze. Le azioni erano iniziate ad agosto con una lettera aperta e firmata da oltre mille dipendenti. Ma da quella lettera aperta poi non era scaturito nulla e ora, a cento giorni distanza, ABetterUbisoft torna a chiedere che qualcosa cambi nei corridoi e negli uffici del publisher.

Nella lettera aperta erano state dettagliate quattro richieste chiave per migliorare le condizioni di vita ma, a quanto pare, nessuno ha voluto o potuto fare ancora qualcosa.

Ubisoft ascolti le nostre richieste

Continua il caos in Ubisoft, nuova protesta dei lavoratori
Continua il caos in Ubisoft, nuova protesta dei lavoratori (foto: twitter)

La situazione dentro Ubisoft non sembra essere diversa da quella scoperta dentro Activision e infatti siamo ora qui a parlare della petizione del gruppo ABetterUbisoft proprio perchè, a luglio, un nutrito gruppo di impiegati Ubisoft si era apertamente schierata a sostegno dello sciopero organizzato dentro Activision contro i comportamenti violenti e discriminatori.

In quella occasione si era formato anche il gruppo ABetterUbisoft che poi aveva preso carta e penna e scritto ai dirigenti per chiedere che dentro gli uffici la situazione migliorasse. La lettera aperta era indirizzata non solo ad Activision a Blizzard e a Ubisoft ma a tutti i grandi developer e publisher, portando alla ribalta soprusi e comportamenti tossici in ogni ufficio.

A cento giorni da quella lettera aperta indirizzata anche alle alte sfere di Ubisoft, denuncia ora ABetterUbisoft, niente si è mosso e niente è cambiato. Motivo per cui il gruppo ha lanciato una petizione aperta a tutti: sviluppatori Ubisoft, fan o giocatori.

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Le richieste, riassunte in un tweet sono chiare, dolorosamente chiare:

  • smettere di promuovere e spostare i soggetti noti per i loro comportamenti da uno studio all’altro e da un team all’altro.
  • un posto al tavolo per poter dire qualcosa di significativo su come Ubisoft si sta muovendo.
  • una collaborazione a livello di industry per accordarsi su una lista di regole fondamentali e processi che tutti gli studi possono usare per gestire questo genere di reati in futuro.
  • la collaborazione deve coinvolgere in modo significativo gli impiegati in posizioni non manageriali e i rappresentanti sindacali.

Dentro Activision qualcosa, a parole almeno, si sta muovendo. Aspettiamo di vedere cosa uscirà dai piani alti di Ubisoft.

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