Pro-player di Counter Strike sotto accusa: condanna di 116 anni per frode

Secondo gli ultimi avvenimenti, una nota giocatrice professionista di Counter Strike brasiliana avrebbe ricevuto una condanna di ben 116 anni di carcere per frode. La ragazza sta attualmente portando avanti la causa alla corte d’appello.

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Fonte: “YouTube”

Shayene Victorio, nota pro player della scena di Counter Strike, ha portato avanti la propria carriera dal 2008 fino all’anno scorso, costruendo una propria immagine e facendo da vera e propria pioniera proponendosi sia come giocatrice professionista sia, col tempo, come vera e propria influencer. Infatti, la condanna arriverebbe proprio a causa della sua attività in proprio, dato che le accuse di frode riguardano il negozio gestito assieme al proprio ex marito e colleghi.

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166 anni di condanna per la pro player di Counter Strike?

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Shayene shAy Victorio sarebbe stata condannata a 116 anni di carcere per frode, a causa della mancata consegna della merce venduta dal suo sito online. Fonte: “ESL”

Esaminando bene il fatto, Victorio avrebbe deciso di aprire un negozio di vendite online in società con il suo attuale ex marito. La condanna, secondo il tribunale dello stato di Sao Paulo, sarebbe stata inflitta a causa di una vera e propria frode. Infatti, nonostante vi fossero 118 clienti paganti, la merce a loro promessa non sarebbe mai stata consegnata, facendo finire nei guai la società intera, Shayene “shAy” Victorio compresa.

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La Victorio, tuttavia, rassicura i fan, dicendo che, oltre a non poter subire il carcere fin quando non verrà emanata la sentenza alla corte d’appello, che si sta svolgendo in questi giorni, in ogni caso non subirà ripercussioni per diversi motivi.

Innanzitutto, la legge brasiliana stabilisce che non possono essere stabilite condanne a più di 30 anni di carcere e, per di più, il caso sarebbe già risolto in toto e lei non dovrà mai scontare la pena spropositata. Infatti, il giudizio d’appello sarebbe in corso in quanto i suoi legali hanno dichiarato suddetta condanna come “lesiva della sua immagine” in quanto personaggio pubblico, con a supporto il fatto che già l’ex marito ha reclamato la responsabilità intera dell’accaduto e il tutto non è altro se non un caso di problemi amministrativi di una società che ha portato a termine decine di migliaia di ordini con successo.

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